L’Avarchide

di Luigi Alamanni

Già nella lettera dedicatoria del Girone Alamanni annunciava l’idea di un progetto per un’«altra nuova opera di poesia meno indegna del valore di tanto re, fatta secondo la maniera e disposizion antica, all’imitazion (quanto in me sarà) di Omero e di Virgilio». L’Avarchide dunque, già a partire dal periodo della pubblicazione della prima fatica in ottave, si predisponeva al recupero del poema antico; e tale, infatti, appare nell’edizione, postuma, del 1570.
La struttura è chiaramente desunta dall’Iliade di Omero, sin a partire dal titolo, mentre la materia resta di derivazione francese: al centro della narrazione l’ira Lancilotto, novello Achille, il cui ritorno in battaglia è determinante per la conquista di Bourges (l’antica Avaricum romana, da cui il titolo di Avarchide).

Bibliografia

  • S. Jossa, La fondazione di un genere, Carocci, Roma, 2002.
  • Id., Dal romanzo cavalleresco al poema epico: il «Girone» e l’«Avarchide» di Luigi Alamanni, in «Italianistica», I, 2002, pp. 13-37.
  • F. Sberlati, Il genere e la disputa. La poetica tra Ariosto e Tasso, Bulzoni, Roma, 2002.
  • G. Sacchi, Fra Arisoto e Tasso: vicende del poema narrativo, Edizioni della Normale, Pisa, 2006.
  • M. Comelli, Sortite notturne cinquecentesche. I casi di Trissino e Alamanni, in Uso, riuso e abuso dei testi classici, a cura di M. Gioseffi, LED Edizioni Universitarie di Lettere Economia Diritto, Milano, 2010.

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