Alfeo
di Orazio Ariosti
Iniziato intorno alla metà degli anni Ottanta (come deduce Venturini, che in tempi moderni ha riportato alla luce il testo dandone un’edizione), l’Alfeo non vide mai compimento: interrotto alla morte dell’autore nel 1593, risulta incompleto, fermo, all’altezza del canto XVI, al ritorno di Alfeo al campo dei federati islandesi, dopo una breve peripezia romanzesca. Nella prima parte del poema viene raccontata la preparazione di questa spedizione in armi, approntata per liberare il regno di Norvegia e restituire il trono al legittimo erede, Aldano, spodestato dalla matrigna e da una maga.
Ariosti con questo testo tentò, in maniera fallimentare (il poema non andò alle stampre, nemmeno in edizione parziale, ed ebbe un influsso minimo se non nullo nelle vicende del genere eroico), di innovare il canone della narrativa bellica, facendo confluire modalità tipiche del romanzo e dell’epica in un solo tronco narrativo. Così a una prima parte di viaggio, non virgiliano, bensì segnato dai più tipici procedimenti dell’erranza (caso, incontro) e non partecipe di nessun finalismo teleologico di marca epica, ne segue una seconda di stampo omerico, nella quale si passa presto dalla battaglia campale all’assedio. Anche le modalità con cui viene messa a punta questa seconda sezione del poema tentano un incrocio di forme: la quasi sconfitta degli islandesi, spinti durante l’ultima battaglie a difendersi fin sulle barche, non può che ricordare l’Iliade, e viene dettata proprio come nel precedente dall’assenza dell’eroe principale, che tuttavia si è allontanato dal campo non per motivi politici bensì per inseguire un’avventura.
Della labile preferenza per l’Orlando furioso espressa nel contesto della diatriba sulla primazia tra Ariosto e Tasso – posizione presa quasi per necessità e per amore familiare, visto che l’autore era nipote del sommo Ludovico – non si trova quasi traccia nel testo, al di là degli incipit moraleggianti: un’assenza che non sorprende a questa altezza, in cui il retaggio del poema ariostesco si faceva sempre più rado nella tradizione eroica.
Bibliografia
- O. Ariosti, L’Alfeo, a cura di Giuseppe Venturini, Ferrara, Deputazione provinciale ferrarese di storia patria, 1982.
- G. Venturini, La genesi dell’Alfeo di Orazio Ariosti e Il Torrismondo del Tasso, in «Studi urbinati di storia, filosofia e letteratura», 42 (1969), pp. 438-454.
Sinossi opera non trascritta
- Canto I per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio(1–3) Alfeo fugge dalla patria perché amante respinto, e fa naufragio (4–14,4) Sente una voce e vede due giovani che conversano, li interrompe per chiedere aiuto (14,5–35) Viene accettato come compagno dai due, gli rivelano che si trova alle Orcadi (36–44) Il giovane narra la loro storia: è Aldano, figlio del re di Norvegia, mandato lì in esilio da una maga per sottrarlo alle grinfie della matrigna (45–63,4) Gesilda è stata mandata lì con lo stesso fine, ma è figlia di un altro re (63,5–69) Alfeo viene accolto nel loro palazzo (70–74) La matrigna di Aldano riceve la visita dello spettro del marito mentre passeggia sui sepolcri regi, si spaventa, chiama una sua amica maga (la stessa che ha relegato Aldano alle Orcadi) che le predica il futuro: la tranquillizza, perché con la sua magia può controllare gli eventi (75–102).
- Canto II per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio sulla brama umana di regnare (1–3) La maga raggiunge l’isola, viene accolta lietamente (4–24) Il giorno dopo vanno tutti insieme a caccia, poi si sollazzano (25–30) Passa una damma e i due amanti si staccano per inseguirla, Alfeo ripensa alla propria donna, si propone di conquistarla compiendo atti di valore (31–45) La maga si innamora di Alfeo e gli offre il suo aiuto (46–59) Alfeo si accorge del suo amore, decide di farle credere sia corrisposto per sfruttarla (60–63,4) Megista, la maga, invoca gli spiriti del mare per sapere se Alfeo la ricambia, le dicono che no per ora, ma che se lo servirà con costanza ciò potrà cambiare (63,5–79) Alfeo chiede di poter far partenza dall’isola, la maga acconsente pensando che potrà comunque rinchiudere Aldano in qualche bosco in Norvegia (80–93) Alfeo costruisce una barca, giungono in Norvegia, Megista gli profetizza che morirà se userà le armi, lui se ne frega (94–128).
- Canto III per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio sullo sviamento amoroso (1–2) Megista compare in sogno ad Alvida travestita da regina delle amazzoni, la esorta a seguire la loro strada di guerriera che disprezza amore (3–23) Vicenda pregressa di Alvida e Alfeo: lei l’ha rifiutato per la sua codardia, ma poi se ne è pentita visto che lui è partito in cerca di pericolose avventure (24–39) Alvida non sa che fare, si reca nel salone principale e ammira dipinta la storia delle amazzoni: rinforza il proposito di farsi guerriera (40–68,4) Chiede licenza al padre, la ottiene, compie riti sacri presso gli altari (68,5–88,4) Parte, va con lei sua cugina Altamonda (88,5–91).
- Canto IV per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio sulla gloria come sprone a ben agire (1–2) Alfeo parte per il bosco, vuole rendere il regno ad Aldano (3–7,4) Nel bosco crede di trovare un suo vecchio amico che in realtà è una larva, lui si affretta a tornare indietro ma ormai è notte e prosegue (7,5–21) Si ritrova in una radura disseminata di ossa umane: Megira fa sparire questo lugubre deserto, al suo posto un lucus amoenus (22–45,4) Alfeo incontra Megista, che lo conduce al proprio palazzo, dove lo tiene a mensa (45,5–71) Megira pensa di averlo ammollito abbastanza da sedurlo, lui però vede il fazzoletto di Alvida e si rianima, la rifiuta: la maga giura di far vendetta (72–86) Alfeo si risveglia nel deserto di ossa umane, sente una voce di donna che chiede aiuto: è Alvida, inseguita da un mostro (87–96).
- Canto V per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio sull’aiuto di Dio (1–3) Alfeo si getta in mare per seguire l’amata, viene circondato da una schiera di mostri marini: lo salva un angelo su una barchetta, che gli dona un brando (4–18) Dopo dieci giorni di navigazione giunge a una spiaggia (19–24,4) Alvida e la cugina incontrano un esercito, il capitano spiega loro che sta andando a dar man forte a suo cugino, entrato in guerra per il possesso della sua amata: Alvida decide di intervenire contro costui, violatore di donzelle (24,5–53) Tutti insieme giungono da Grimone, Alvida lo sfida, lui è cieco d’ira e la segue per venire subito alle armi con un grosso stuolo: Alvida ammazza vari tra i suoi soldati (54–69) Giunge l’esercito nemico di Grimone, si accende una vera battaglia (70–82) Grimone manda un messo a confermare la sfida con Alvida (83–91,2) All’alba si viene alle armi, Grimone e suocugino contro Alvida e sua cugina: Grimone è atterrato, Scarino si arrende (91,3–120).
- Canto VI per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio sulla mutabilità della sorte umana (1–3) La figlia del duca, Avrilena, si innamora di Alvida (4–22) Gabanello, che ama Avrilena, se ne accorge, con un trigo ci viene a duello assieme a Ramiro, figlio del duca: Alvida è ridotta a mal partito ma l’aiuto dei sopraggiunti Avrilena e Scarino la trae d’impiccio (23–50) Alvida svela la propria identità, Ramiro si pente e le chiede scusa, lei gli chiede di combinare il matrimonio tra sua sorella e Scarino e lui intercede presso il duca e lo ottiene (51–69) Alvida riparte con la cugina, Gabanello le conduce in una palude dove i loro cavalli affondano mentre il suo no, perché è magico (70–94,4) Alfeo trova una turba di gente sulla spiaggia: è finito a Tile (94,5–96).
- Canto VII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Un vecchio racconta a Alfeo che stanno facendo: un olocausto d’una donzella capitata per caso sull’usola, come loro consuetudine a ogni cambio di re (1–87) Alfeo riconosce Giselda, ferma il rito e ammazza un po’ di gente; Canuto, il di lei padre, convince gli isolani ad abolire il rito del sacrificio umano (88–118) Abbracciamenti tra Canuto e Gesilda, che spiega come è capitata all’isola: Alfeo ottiene che Canuto legittimi il matrimonio di lei con Aldano, ottiene trenta navi e uomini per andare a liberare il regno di Aldano (119–131) Aldano passa il suo tempo in lamenti, ma i discorsi degli uccelli, che egli intende, lo lasciano speranzoso che la sua amata sia viva (132–146) L’armata giunge, Aldano la richiama con il corno, ma così facendo incuriosisce anche una banda di pirati: riesce a schivarli e a salire a bordo (147–156).
- Canto VIII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio sulla dolcezza del ritrovarsi tra gli amanti (1–2) Aldano narra come dei corsari l’abbiano rapito e portato su quell’isola, dov’è stato finora (3–19) Per mare vengono assaliti ancora dai pirati, che gli rubano tre navi (20–32) Alfeo nottetempo li insegue e ingaggia battaglia (33–70) Alfeo duella con il pirata, lo vince, questi si rende e gli offre i propri servigi (71–87) Il corsaro Belambro racconta la propria storia: è figlio del re delle Ebridi, che ha deciso per sdegno di darsi alla pirateria (88–109).
- Canto IX per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Sull’aiuto di Dio (1–3) Alfeo passa in rassegna le forze di Belambro (4–37) Alfeo decide di andare prima nel suo regno e ricostituire anche il proprio esercito, Belambro suggerisce che resti a capo delle forze e si mandi piuttosto qualcun altro (38–53) Si mandano due messi, che al principio del loro viaggio trovano un fantasma: Isauro, uno dei due, lo insegue gettandosi nel fiume, trova una grotta, dentro questa un giardino, nel giardino un eremita, che gli addita l’avventura di Circe che lì si trova (54–108).
- Canto X per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Isauro incontra Circe, che gli mostra lo specchio della conoscenza (1–29) Quindi lo specchio della virtù, dove si vedono inferno, purgatorio e paradiso (30–57) Circe dà a Isauro un liquore che rende più forti e un cartiglio, dove ci sono istruzioni su come uscire dai guai (58–73) Isauro riparte e torna dal compagno (74–77).
- Canto XI per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio sulla gloria di chi ben opera (1–3) I due messi giungono a Normoria, si incontrano con il loro antico compagno Gotaro (4–15) Rubano il tesoro del tiranno e fuggono in barca (16–46,4) Lungo il fiume incontrano una nave, la assaltano e la vincono (46,5–55) Ora devono deporre il tiranno: con l’aiuto della carta di Circe creano delle finte lettere, le consegnano a dei cittadini che dovevano essere portati in segreto su un’isola, dicendogli che il re attenta alla loro vita: si ferma una congiura (56–79) Isauro va al barco per uccidere il re ma sbaglia persona, si trova addosso una marea di nemici (80–92) Giunge l’altro messo con i rivoltosi, non riescono ad uccidere il re, rintanatosi nelle fondamenta del castello (93–115).
- Canto XII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio su virtù e fortuna (1–3) Megista ha sentore del pericolo e chiude il valico con la Normoria con un suo fidato cavaliere (4–7) Alvida giunge al valico, Altamonda è fatta prigione (8–17) Alvida sfida il cavaliere ma la notte li interrompe (18–32) Megista per sviare Alvida e portarla sulla strada di Alfeo le fa trovare l’armatura d’Alcide, con una carta che dice che colui che la prende deve recarsi in un posto: ella la prende e ci va, giunge dove Alfeo e i Tilesi sono a battaglia con i Norvegesi (33–56) Alfeo infatti è giunto sulle coste di Norvegia e da due giorni è impegnato in sanguinosi scontri con i Norvegesi, il secondo dei quali lungo il corso di un fiume (57–94) Nella battaglia, si narra la vicenda di Audiface e Gauna (95–119).
- Canto XIII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Alfeo manda Bellambro ad aggirare i nemici (1–12) Alvida è entrata nella pugna al fianco dei Norvegesi in rotta, trova e riconosce Altamonda (13–27) I Norvegesi sono in rotta, si ritirano su un monte scosceso (28–54) Canuto chiede ad Alfeo di ritirarsi visto che i Norvegesi sono bene arroccati, lui esegue e imposta le opere d’assedio (55–60,4) Viene catturato un norvegese, un traditore, Orinello, che svela i piani del re di Norvegia e si propone di guidare una sortita notturna entro una città nemica, ma è ovviamente mendace e e progetta di portarli in trappola (60,5–98).
- Canto XIV per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio sulle difficoltà del regnare genti strane (1–3) Megista convoca i notabili del regno, li invita a resistere, si organizzano i vari eserciti dei cinque principi norvegesi (4–28) Alfeo teme un inganno di Orinelo e invia Belambro ad appoggiare le forze che si sono spinte nella città nemica (29–34) Una notte, mentre Alfeo si lamenta, giunge un vecchio al suo padiglione, che gli consegna un cavallo e gli dice di lasciarsi da lui portare: Alfeo esegue e si allontana dal campo (35–49) I Norvegesi attaccano i Tilesi senza Alfeo, ne nasce una battaglia aspra, ma la morte di Odrisio manda in rotta i Norvegesi (50–108) Alvida e Altamonda entrano in battaglia, rovesciano le sorti del conflitto e spingono i Tilesi fino alle navi, Altosasso cerca di attaccare battaglia sulle navi ma è respinto (109–145).
- Canto XV per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio sul caso (1) Cala la notte, i Norvegesi hanno ormai vinto e ridotto i nemici alle navi (2–6) Orinelo guida la sortita notturna in una trappola, per Marcomiro sono guai seri (7–23) Sopraggiunge Alfeo, mette in rotta i nemici, e la città è presa (24–35) Alfeo insegue il capitano dei Norvegesi, non lo trova, in una selva incontra una donzella, che lo prega di aiutarla ma in realtà vuole ingannarlo e portarlo a battaglia con il cavaliere di Megista, Ildebrando (36–60) Alfeo viene a duello con Ildebrando, lo sta sopraffacendo (61–68) La donzella, che è la sua amante, lo aiuta e si muta in gigante, ma Alfeo la ferisce, allora lei si muta in cerva e fugge; Alfeo la segue fin che giunge a una grotta e ci si infila (69–83) Nella grotta trova una chiesa, è la grotta delle Parche, che si arrabbiano e lo inseguono, ma lui brucia gli alberi che trova fuori dalla grotta e le imprigiona: le libera sotto giuramento che non assaliranno più i pellegrini, ne ottiene una infausta profezia (84–112).
- Canto XVI per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio su quanto può ottenere un pianto femminile (1–3) Alfeo esce dalla grotta e insegue il cavallo (4–7) Megista manda Gabanello contro Isauro, costui riesce in qualche modo a mettere Isauro contro Bellambro (8–32) Gabanello fugge, ma cozza in Alfeo, con il quale si vanta della frode appena compiuta: Alfeo lo minaccia e lui fugge cadendo dall’arcione (33–39) Alfeo interrompe la battaglia (40–48).