L’America
di Girolamo Bartolomei
titolo
L’America autore
Bartolomei, Girolamo data di pubblicazione
1650 licenza
- collocazione
Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze
pagina a cura di T. Artico
Bibliografia
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- G. Bartolomei, Didascalia cioè dottrina comica libri tre (1658-1661). L’opera esemplare di un moderato riformatore, Saggio introduttivo, edizione critica e note di S. Piazzesi, Firenze, Firenze University Press, 2016.
- L. Geri, La «materia del mondo nuovo» nella poesia epica italiana. Da Lorenzo Gambara a Girolamo Bartolommei (1581-1650), in «Studi (e testi) italiani», 34 (2014), pp. 29-61, numero monografico Epica e oceano, a cura di R. Gigliucci.
- M.A. Watt, Cosmopoiesis: Dante, Columbus and Spiritual Imperialism in Stiglianis Mondo nuovo, in «MLN», 127 (2012), 1, Italian Issue Supplement, 245-256.
- N. Hester, Failed new world epic in Baroque Italy, in Poiesis and Modernity in the Old and New World, a cura di A.J. Cascardi e L. Middlebrook, Nashville, Vanderbilt University Press, 2012, pp. 210-224.
Sinossi opera non trascritta
- Canto I per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio (1–5) Vespucci ha passato le colonne e le Canarie, e arriva a Capo Verde, dove abita gente che non cura la ricchezza ma vive serenamente e sopravvive (6–20) I capoverdiani sono retti da un re pastore che dà la caccia ai serpenti con virtù sciamaniche (21–27) Vespucci apprezza l’isola e ci si è fermato da dieci giorni in sollazzo (28–33) Una bella donzella (la Gloria) scende e lo scuote a riprendere il viaggio (34–42,4) Vespucci chiama Durarte suo nocchiero e dà ordine di partire, questi si riserva di valutare prima gli elementi metereologici: tutto è a posto, si può partire (42,5–57) Amerigo illustra a Vespuccio la geografia dell’Africa e risponde alle sue domande mitologiche, che lui spiega in chiave allegorica (58–72) Amerigo quando scende dalla specola trova i suoi già riuniti (breve rassegna), li arringa e li sprona a partire, poi riassestano i legni (73–92).
- Canto II per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Amerigo va in visita al re dell’isola (1–12) Amerigo vede la sala centrale del palazzo, adorna di stuoie effigiate, specie di arazzi, dove sono disegnate le bestie africane (13–22) A mensa si cibano cose tipiche africane (23–27,4) Il re mostra ad Amerigo la sua collezione di serpenti morti (27,5–40), tra cui spicca la Cataplepa, su cui Amerigo si dilunga in spiegazioni erudite (41–55), poi gli mostra le proprie stalle, dove sono uomini immondi, mezzi bestie o malformati, frutto di incesto e di accoppiamenti tra uomini e animali (56–65) Il re dona una zagaglia ad Amerigo (66–73).
- Canto III per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- All’alba la flotta parte, Amerigo prega Dio e la Vergine (1–9) I naviganti vedono la caccia dei pesci rondine e partecipano alla pesca (10–21,4) Giungono alla soglia equatoriale e provano lo strano fenomeno della pioggia acida, poi Amerigo vede la Croce del Sud (21,5–37) Satana sente il giubilo dei marinai per la Croce, si adira e tiene un discorso contro Dio (38–43) Elegge il Leviatan, padrone dei venti, suo ministro principale (54–62,4) Leviatan scatena una tempesta: Amerigo prega Dio e infatti viene protetto da un angelo, ma passano due giorni di tempesta e le tre navi vengono spinte in tre diverse direzioni (62,5–77) La nave di Amerigo finisce nelle ultime lande di terra, Nunno è aggredito da un pellicano ma Amerigo lo uccide e i marinai ne traggono i pesci che questo aveva catturano: cenano (78–101).
- Canto IV per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- All’alba Amerigo e i suoi compagni si accorgono di essere finiti in un lido desolato e gelido (1–19) Vanno in perlustrazione e trovano un vulcano (20–29) Lo scartano e da lontano vedono un bosco, ci si addentrano e si accampano (30–39) Il vulcano comincia a eruttare e spande con il fuoco anime di dannati, che giostrano tra di loro (40–70) Amerigo chiede a una delle anime chi esso sia (71–76) Costui si appalesa come Guacanarillo, re dell’isola di Ofira, tormentato e torturato dal vicario di Colombo: ora, morti entrambi, è lui che a torturare perpetuamente quello che in vita fu il suo aguzzino (77–108).
- Canto V per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Amerigo dorme il resto della notte, all’alba i suoi compagni guardano il vulcano (1–7) Amerigo e i suoi compagni tagliano una grande quantità di legna, ma così facendo risvegliano una colonia di pipistrelli, contro cui devono usare le armi (8–38) Tagliando una canna Amerigo scopre che è piena di linfa, tutti se ne dissetano (39–50) Vedono arrivare un uomo, è un reduce della spedizione di Colombo, Oristano, che racconta la propria storia: dopo aver recuperato un monte d’oro lui e i suoi compagni hanno fatto naufragio, egli è giunto lì e ha visto gli spiriti infernali che abitano il monte (51–84).
- Canto VI per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Dopo averlo ristorato, Amerigo chiede a Oristano di raccontare del primo viaggio (1–6) Breve preambolo (7–9) Storia del viaggio di Colombo: la preparazione logistica è stata sconsiderata, sono state assoldate genti senza scrupoli (10–16) Viaggio da Palos, rivolta a Colombo e scoperta del mar dei Sargassi (17–25) Toccata terra hanno incontrano i nativi (26–41) Altre scoperte, sempre in cerca dell’oro, e arrivo a Conception (42–71) Arrivo a Hispanola, dove vengono accolti festosamente dal re locale, Guacanarillo; dopo essersi installati sull’isola Colombo riparte, lasciando Roldano a capo della guarnigione (72–103).
- Canto VII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Oristano riprende il racconto: Roldano appena partito Colombo si è messo a depredare l’isola, mettendo in fuga gli abitanti (1–11) Guacanarillo ha incaricato un campione di bruciare le casematte dei cristiani, scatenando la rappresaglia di Roldano (12–28) Guacanarillo si è rifugiato da Guarionesso, re dei Ciguavi, e ha messo in piedi un esercito: venuti a giornata, sono però stati sonoramente sconfitti (29–43) Roldano è penetrato nella reggia e ha fatti prigionieri i due re, saccheggiando una incredibile quantità d’oro (44–58) Il re di Caraguà ha poi cercato di farlo sedurre dalla sorella, ma lui lo ha ucciso bruciandogli la reggia e gli ha sottratto tutte le donzelle da corte (59–78,4) In seguito ha soggiogato il regno di Maguana prendendo il re con un tranello (78,5–84) Roldano e i suoi in seguito si sono divertiti a torturare gli indigeni (85–101) Li hanno usati come schiavi per estrarre e lavorare l’oro (102–116) Sapendo del ritorno di Colombo Roldano ha imbarcato tutto il possibile e ha ripreso il mare, facendo naufragio (117–121).
- Canto VIII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Amerigo compiange la sorte degli indigeni e condanna le brutalità degli spagnoli (1–14) I marinai trasportano il legname alla nave, sostituiscono l’albero maestro (15–30) Amerigo trova con l’ingegno il modo di supplire alla mancanza di acqua (31–35) Dopo tre giorni di pausa ripartono, Amerigo osservando le stelle si accorge di essere finito quasi al polo sconosciuto (36–44,4) Navigano sei giorni quasi senza vitto e acqua, ma poi nottetempo avvistano dei fuochi (44,5–57) All’alba vedono un’isola, che in realtà è una balena enorme sulla quale è germogliata una selva: si servono delle peci che trovano per catramare la chiglia della nave, che traggono in secca (58–76) Accendono dei fuochi per bollire la pece e la balena se ne risente, poi la pece si infiamma e la balena si altera, corre per tre giorni verso l’Oceano Indiano portando con sé la nave, poi muore consunta dal fuoco (77–89) Dopo tre giorni di mare giungono al Capo di Buona Speranza (90–98).
- Canto IX per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Amerigo attracca presso un’isola riparata, poi con il quadrante fa i suoi calcoli e capisce di essere al Capo di Buona Speranza (1–14) Uccide degli uccelli e li cucina, tutti alla notte si riposano (15–31,4) All’alba passano sulla terraferma con un palischermo, trovano sulla cima di un monte la croce eretta da Vasco da Gama e vi celebrano messa (31,5–49) Finita la messa incontrano un lusitano, Tristano, che racconta la propria vicenda: già compagno di Gama, si è arricchito e nel tornare verso casa ha fatto ivi naufragio, ed è stato catturato dagli Etiopi; è stato quasi scannato ma si è salvato suonando loro il flauto, e questi lo hanno fatto loro signore (50–77) Tristano invita Amerigo e i suoi nel suo tugurio a ristorarsi, prepara loro un intruglio di erbe e latte e cucina della carne (78–97).
- Canto X per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Tristano racconta le imprese di Vasco da Gama: doppiato il Capo, sono giunti all’isola di Mozambico, dove però regnava un signore musulmano, che li ha inviati presso il signore di Mombaza con una scusa avvisandolo prima di aggredirli (1–18) Giunti a Mombaza, tutti sono stati molto cortesi e ospitali, ma Gama ha scoperto l’inganno che i locali andavano tessendo (19–42) Ripartiti, sono arrivati al regno di Melinde, dove il re li ha cortesemente accolti (43–56,4) Il re di Melinde ha mandato a Gama un pilota gran conoscitore dell’Oriente, Gama lo ha incaricato di tracciare la rota per Calcutta (56,4–66,4) Giunti a Calcutta sono stati accolti da un Bragman inviato dal re locale, che li ha portati a palazzo (66,5–82) Accolto dal re, Gama ha esposto la proposta di alleanza, il re ha risposto prendendo tempo (83–107) Diffamati da un messo del re di Mozambico, sono stati costretti a ripartire: dopo aver girato un po' sono giunti a Malepure, dove sono conservate le reliquie di San Tommaso (108–122).
- Canto XI per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Il nocchiero ha invitato Gama ad andare a visitare il mercato di Giava prima di ripartire per l’Occidente (1–9) Passata Sumatra, sono giunti a Giava, dove Tristano ha visitato l’incredibile mercato (10–50) Per un alterco è stato condannato a morte, ed è quindi fuggito al seguito di un mercante di panni cinese, con il quale ha raggiunto il Borneo, la Cambogia, Canton in Cina, Nanchino, Shangai (51–94,4) Dopo esser partito da Shangai, dove gli stranieri senza permesso sono condannati a morte, ha raggiunto la grande muraglia, ha attraversato il deserto dei Tartari ed è giunto a Cambalù, capitale del regno del Catai (94,5–127) Ha poi disceso verso il Bengala, e in seguito ha passato il Gange; infine all’isola Zelana ha trovato una nave di portoghesi, con i quali ha preso al via di casa: al Capo ha fatto naufragio (128–156).
- Canto XII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Amerigo è in dubbio su che direzione prendere per proseguire il viaggio: è consigliato da Tristano a prendere per l’America, ma a fare tappa presso il re degli Etiopi, che si può ancora convertire alla vera fede (1–25) Tristano impone ai sudditi di stare lontani a pascolare un paio di giorni, così da poter lasciare il luogo senza rischi (26–38,4) Amerigo parte portandosi dietro Tristano, costeggia l’Africa (38,5–48) Viene avvistato e segnalato all’imperatore tramite un sistema di fuochi, il re se ne turba e manda Lampedona, l’amazzone che regge il suo esercito, al porto a riservare loro una degna accoglienza (49–68) Amerigo sbarca e incontra Lampedona, le chiede asilo e lei non lo rifiuta, e si innamora di Vespuccio (69–98) Amerigo prende la strada per la reggia, preceduto da Lampedona, e si ferma nottetempo in una fattoria per la strada: qui il padrone loda la vita agreste e le assegna la palma della più nobile fatica (99–112).
- Canto XIII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Il villano invita Amerigo a pernottare alla sua magione e gli racconta la propria vicenda: fu cortigiano, ora vive ritirato in campagna (1–16) Cenano insieme, poi l’ospite narra la storia della semenda, uccello simile alla fenice, e quindi conduce i convitati ai loro giacigli (17–26) Alla mattina dà loro delle cavalcature per il viaggio (27–33) Amerigo e i suoi giungono al palazzo dell’imperatore, Lampedona vede Arriguccio e ne prova amore (34–45,4) Giunti al palazzo Amerigo e i compagni ammirano le pitture, poi sono introdotti alla mensa del signore dal suo maestro di corte, che è un elefante, Frontone, dotato di ingegno e modi umani (45,5–65) L’elefante va ad annunciare al re gli ospiti, Lampedona narra ad Amerigo le qualità di Frontone: sa molte lingue, ha affetti e intelletto umano (66–74) Amerigo viene introdotto a corte, racconta la storia della Vergine portando un dipinto al re, che si converte (75–103) Il re conduce Amerigo all’erario e gli concede di prendere quello che vuole, Amerigo rifiuta, poi vengono condotti all’armeria reale e Vespuccio ottiene in dono una preziosa zagaglia (104–122).
- Canto XIV per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Il re alla sera si reca al suo pomario, che cura personalmente, e vi conduce Amerigo (1–15) Gli mostra la sua collezione di piante, alberi ed erbe (16–36) Gli mostra anche alcuni fiori, tra cui la granadiglia, sui cui Amerigo si sofferma a spiegare la Passione (37–62,4) A sera tornano al palazzo, cenano insieme (62,5–81) Dopo la cena un pantomimo mostra la sua arte imitando varie cose (82–94) Su richiesta del re racconta a gesti la storia di Vespucci stesso, che se ne commuove: il re chiede ad Amerigo se sia proprio lui quello di cui si canta (95–112).
- Canto XV per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Amerigo racconta la propria storia: desideroso di viaggiare, si è messo in mare verso l’Irlanda, dove è giunto dopo lunghe traversie (1–76) Giuntovi, si è recato da Gherardino di Mammonia, toscano, uno dei quattro re dell’isola, che lo ha accolto con fasto e amicizia (77–100,4) Amerigo e i suoi compagni mostravano di voler ripartire per trovare il passaggio a nordest verso la Russia: Gherardino li ha invitati a desistere raccontando i costumi bruti dei popoli del nord (100,5–113).
- Canto XVI per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Amerigo e i compagni sono ripartiti e hanno navigato presso l’Irlanda, fino all’isola dove è la bocca dell’Inferno (1–30) Hanno proseguito verso l’Islanda e poi verso la Norvegia (31–49,4) A corto di acqua, sono dovuti approdare a Farensa, isola abitata di spettri (49,5–65) Proseguendo hanno trovato l’isola dei Pigmei e delle gru (66–88,4) Hanno passato altre terre, abitate dai Fimmarchi e dai Lapponi, finché il mare non si è congelato e la loro nave resta incagliata tra i ghiacci: con alcuni compagni Amerigo ha proseguito tirando il palischermo, ma èstato assaliti da un orso prima di giungere a una città fatta interamente di ghiaccio, dove hanno ottenuto esca e vestiario da riportare ai compagni bloccati sulla nave (88,5–123).
- Canto XVII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Il re d’Etiopia rincuora Amerigo e lo rassicura sulla sua amicizia, ma questi favori fanno ingelosire un principe della corte (1–9) Anche Lampedona si duole nottetempo, ma per amore (10–24) Il re ordina una caccia di elefanti, Vespuccio ne abbatte uno particolarmente feroce (25–78) Il re porta Amerigo a visitare le proprie miniere, dove o lavoratori stanno in miserabili condizioni: Amerigo prorompe in un’invettiva contro l’oro (79–105,4) Amerigo vede un monte e chiede cosa vi sia in cima: gli è risposto che è alloggio di un eremita, lui decide di recarvisi (105,5–110).
- Canto XVIII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Amerigo vuole scalare il monte anche se è notte e si appresta alla salita, alla metà del cammino si ferma su di un masso per riposarsi (1–10) Il principe di Tora viene visitato di notte da una larva infernale che lo infervora, ricordandogli l’onta che subisce a vedersi passare avanti Amerigo nella stima del re (11–28,4) Il principe di Tora racconta al re che Amerigo è un emissario di un re nemico, venuto a spiare informazioni: il re, convinto dal fraudolento, decide con una doppia azione di uccidere Amerigo al ritorno dal monte e i suoi uomini al porto (28,5–64) Amerigo intanto all’alba giunge in cima al monte, trova l’eremita che scruta le stelle con un cannocchiale, discutono delle macchie solari, l’eremita predice guerre funeste sull’Europa e nelle Americhe (65–109).
- Canto XIX per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- L’eremita porta Amerigo a riposare a fianco a un rivo, e gli spiega che è la fonte da cui nasce il Nilo, del quale vengono spiegate anche le esondazioni; poi pranzano e si coricano, per potersi svegliare alla notte a guardare le stelle (1–50) Il re d’Etiopia incarica Lampedone di ammazzare nottetempo gli uomini di Amerigo, lei si reca da Vespuccio e lo informa del pericolo, lo conduce fuori dalla reggia con i suoi compagni (51–87) Amerigo e il saggio contemplano la luna, Saturno e Giove, e l’eremita risponde a molte domande del pellegrino, quindi fa una profezia sul regnante di Firenze sotto cui Galileo scoprirà gli anelli di Giove (88–118).
- Canto XX per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Nottetempo Amerigo si addormenta non sapendo del pericolo che lo sovrasta, in Cielo l’angelo protettore delle Americhe chiede di poterlo aiutare (1–28,6) L’angelo custode dell’Asia chiede invece che Amerigo prima converta il suo continente, poi passi in America: Dio risponde negativamente, ma gli mostra come l’evangelizzazione dell’Oriente sia già nella sua mente, per opera di un missionario (28,7–47) Dio mostra all’angelo occidentale i futuri campioni della cristianizzazione dell’America (48–54) L’angelo occidentale scende in terra, sveglia Amerigo e gli indica la via per salvarsi dall’agguato (55–61) Amerigo all’alba trova sul fiume indicatogli dall'angelo una barchetta, scioglie la vela (62–70) I compagni di Amerigo sono assaltati da uno stormo di Cafrani inviati dal re etiope, ma si difendono dalla nave con gli schioppi e poi sciolgono le vele (71–83) I marinai piangono Amerigo come morto (84–96,4) Amerigo giunge all’isoletta alla foce del fiume (96,5–98).
- Canto XXI per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Amerigo vede appressarsi la nave dei suoi, decide di non mostrarsi subito ma di vedere cosa pensano gli uomini della sua morte: mentre loro prendono terra si nasconde (1–13) Amerigo si appalesa, gli uomini dalla gioia intonano una lode del Signore (14–33) Amerigo e i suoi uomini prendono ristoro, all’alba il capitano li invita a riprendere il viaggio, esponendogli il piano: faranno tappa in Congo, dove regna un signore cristiano (34–47) Navigazione lungo le coste dell’Africa (48–66) In Congo sono intanto giunti i compagni di Amerigo dispersi nella prima tempesta, che hanno ricevuto ospitalità dal re locale (67–99) Il re del Congo alloggia i pellegrini nella sua dimora estiva, piena di ricchezze naturali (100–125).
- Canto XXII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Il re d’Etiopia vede in sogno l’arrivo di Amerigo e manda un corriero alla spiaggia ad attenderlo (1–22) Amerigo tocca terra in prossimità di una foce, trova delle raccoglitrici di conchiglie che gli spiegano che quella è la loro moneta (23–44) Amerigo risale il fiume (45–49) Consalvo intanto convince i suoi compagni a far partenza dal Congo per tornare a casa (50–63) Il re li trattiene invitandoli a visitare la città capitale e la sua reggia (64–75) All’alba il re monta in sella alla sua zebra e con un grande corteggio si dirige verso dove ha attraccato Amerigo, mentre la moglie prepara una fastosa accoglienza a corte (76–99) Il re accoglie Amerigo e lo conduce a corte, dove tutti sono raccolti dalle donne: per celebrare il loro arrivo si danza (100–121).
- Canto XXIII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- All’alba il re porta tutti a messa (1–15) Amerigo descrive al re del Congo l’italia (16–30) Il re del Congo chiede che giochi si facciano a Firenze (31–34) Il re organizza una partita di calcio (35–49) Il re manda a richiamare i compagni di Amerigo che ha mandato in visita alla capitale, arrivano dopo aver visitato le cave di marmo (50–73) Amerigo in incognito sente Consalvo chiedere licenza al re per tornare in patria, si manifesta e convince i suoi compagni ritrovati a tentare il viaggio: tutti accettano (74–100) Amerigo prende licenza dal re, riceve erbe medicamentose e pietre curative (101–117).
- Canto XXIV per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Portato alle navi, Amerigo intona una preghiera ai Dio con i suoi uomini, che poi vanno a dormire: lui veglia e pensa ai pericoli del viaggio (1–14) All’alba partono, dopo una breve preghiera di buon auspicio (15–25) Giungono a un’isola sassosa, prendono porto e si ristorano (26–45) Consalvo racconta delle sue peregrinazioni: dopo la tempesta che li ha divisi da Amerigo e tre giorni di deriva è giunto con i compagni all’isola delle Gorgoni, da cui sono stati attaccati, salvandosi solo con gli schioppi (46–69) Hanno proseguito verso la Sierra Leone, poi fino al fiume Congo (70–83) Arrivati in Guinea sono stati accolti dal re locale, che ha per paggi e cortigiani delle scimmie vestite e che immola come vittime i viandanti che trovano: sono scappati nottetempo (84–114).
- Canto XXV per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Mentre Consalvo prosegue il suo racconto un mostro marino attacca la nave e ghermisce un uomo (1–19) Amerigo ubriaca il mostro con del vino, quindi lo lega e acceca: il mostro però risorge, per vendetta scoperchia l’antro dei venti e scatena una tempesta che li infesta per tre giorni (20–53) Amerigo e l’armata giungono a Capo Desiato, recuperano la preda di un enorme uccello e la fanno alla brace (54–74) Amerigo dice ai suoi di voler tentare in solitaria il passaggio dello stretto, molti si offrono di accompagnarlo (75–84,4) Amerigo col nipote e provviste per sei giorni passa lo stretto, giunge all’isola del Leone, dove ci sono banchi di uccelli, poi all’isola delle conchiglie, dove da un poggio scopre l’oceano Pacifico, al terzo giorno gira la prora e la indirizza verso la Terra del Fuoco (84,5–106).
- Canto XXVI per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Amerigo nel tornare disegna delle carte del passaggio a sud–ovest, che saranno poi utili per Magellano (1–22) Amerigo raggiunge i compagni, ripartono, e dopo qualche giorno di navigazione giungono al Golfo di San Giuliano, dove prendono terra, terra abitata dai Patagoni (23–43) Gomarra racconta ad Amerigo dei propri peripli dopo che la tempesta di inizio viaggio li ha separati: ha fatto naufragio ed è finito sulle coste del Canada, presso al Capo di Buona Vista, da dove si è addentrato con pochi seguaci con la scorta di un indigeno lungo il corso del San Lorenzo,ma giunto dal signore del posto è stato accolto con frecce infuocate (44–106).
- Canto XXVII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Il racconto di Gomarra è interrotto dall’arrivo di una belva, Vespuccio la insegue per il bosco e ci si addentra, perdendosi (1–13) Un patagone immenso scende dalle foreste, Amerigo gli dona uno specchio ma il gigante si spaventa: uno dei lusitani lo prende a sassate, il patagone si infuria e li minaccia (14–25) I Patagoni fanno lega, si dirigono minacciosi contro Amerigo, che rincuora i suoi: si viene a battaglia, i Patagoni sono messi in fuga dalle spingarde (26–54) Tre di di loro avanzano lo stesso e vengono a singolar tenzone con i cristiani, ma sono sconfitti e si ritirano (55–86).
- Canto XXVIII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- A notte Amerigo torna al campo e non trova il nipote, incarica Giuliano di andarlo a cercare ma questi si rifiuta (1–10) Amerigo cerca di prendere sonno ma è inquieto, decide di andare da solo a cercare il nipote e nottetempo si addentra nella selva (11–26) Gli spiriti infernali gli rappresentano false voci del nipote per confonderlo (27–34) Vespuccio frattanto si addormenta sul guscio di una tartaruga che se lo porta lontano (35–43) Amerigo vede false immagini del nipote e trova la sua lancia: lo crede morto e si dispera (44–71) Si addormenta adagiando il capo su un sasso, poi all’alba torna alle navi, porta la tragica notizia ai compagni che compiangono Vespuccio; si celebra il suo funerale che viene interrotto da una danza di spiriti maligni che fanno i dispetti (72–100).
- Canto XXIX per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Vespuccio si risveglia, ormai lontano trenta leghe dai compagni (1–24) Erra tre giorni lungo la spiaggia e nella foresta finché resta preda di uno stuolo di Caribi, che lo tengono vivo per poterlo cucinare durante una festa (25–58) Amerigo e i suoi riprendono il mare, giungono a un’isola dove sono granchi giganti, che uccidono Ferdinando (59–75) Vespuccio viene portato al villaggio dei Caribi e rinchiuso nella prigione dove tengono segregate le loro prede (76–97).
- Canto XXX per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Vespuccio sogna un agnello liberato da un leone, e interpreta il sogno in riferito alla sua situazione (1–14) Amerigo continua il suo viaggio, sale fin sopra il fiume Paraguay (15–25) Arriva all’isola dei Caribi proprio mentre stanno per scannare il nipote (26–42) Il suo arrivo genera confusione, manda due uomini in esplorazione ma uno di questi viene ucciso e sbranato sul posto, al che Amerigo scende con i suoi armati di schioppo, mette in fuga i Caribi e salva il nipote, nonché tutti quelli rapiti dai Caribi (43–78) Una donna rapita racconta la propria storia e ottiene che Amerigo liberi il suo amato (79–108) Amerigo brucia le case dei Caribi e distrugge il loro laboratorio dei veleni (109–114).
- Canto XXXI per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Scesa la notte, si vede la città dei Caribi bruciare, all’alba ne restano solo le ceneri fumanti (1–6) Amerigo dà una barca dei Caribi agli indigeni che ha salvato perché tornino in patria, ne riceve un consiglio di navigazione, risalire il Paranà e andare in Perù, dove potrebbe aiutare il re, signore di Tumbea, afflitto da un male incurabile: Amerigo accetta (7–29) Amerigo con tutta la compagnia risale il Paranà, giunge alla città sul fiume (30–53) Il giovane scampato grazie ad Amerigo ai Caribi raggiunge la sua famiglia nella città dell’entroterra, ne riporta per Amerigo vari capi di bestiame in dono, atti a portar some (54–82) Amerigo accetta il dono e chiede che strada debba prendere per giungere dal re di Tumbi: il giovane gli descrive il percorso che dovrà affrontare (83–98).
- Canto XXXII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Amerigo prende la via di Tumbi (1–2) Il re di Tumbi si affida a uno stregone che in realtà ambisce al regno e lo ha incantato con un rito sciamanico, che gli suggerisce, per guarire, di sacrificare la figlia: il re rifiuta di compiere il sacrificio, il mago gli assicura che se lo fa avrà poi altri figli maschi (3–27) Il re è pensoso, il mago infierisce sulla bambolina vudù e il re, attanagliato dal dolore, si convince a convocare la figlia: le chiede il sacrificio, lei accetta, si farà di lì a tre giorni (28–64) Amerigo sta giungendo alla città di Tumbi, mentre la donzella si adorna per il rito, ed è portata all’altare (65–83) Amerigo approda, il guardiano del porto lo informa dell’incipiente sacrificio, lui inforca il suo montone e si precipita a salvarla (84–93) Il sacerdote si fa portare il coltello e denuda la vittima (94–105) Arriva Amerigo con gran fracasso, accusa il mago, che fuggendo inciampa e muore (106–112).
- Canto XXXIII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Il re si ricongiunge con la figlia, manda un cocchio a prendere Amerigo (1–15) Amerigo raggiunge il re, gli dice che per sanarlo non resta che convertirsi a Dio: il re si converte, Amerigo con il crocefisso lo esorcizza e guarisce (16–59) Amerigo visita la reggia, vede vari arazzi: raffigurano il sovrano Inca, re di tutti i popoli; un servo di corte gli illustra l’opulenza di questo sovrano e i suoi usi e costumi (60–83) Il cameriere spiega a Amerigo il viaggio che deve tenere per arrivarci: deve valicare le Ande (84–92) Il cameriere racconta del re dell’Eldorado, che vive a Monoa e si fa cospargere di polvere d’oro ogni giorno, passando la vita tra sollazzi mentre le amazzoni hanno la cura del regno (93–102) Amerigo e i suoi vanno a mensa (103).
- Canto XXXIV per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Amerigo pranza con il re nella sua bellissima peschiera (1–12) Il custode della peschiera porta in barca Amerigo e Vespuccio passando in rassegna i pesci (13–54) Amerigo torna a palazzo, trova che i suoi uomini sono arrivati e il re, rimessosi, lo invita a una festosa mensa (55–70,4) La figlia del re si innamora di Vespuccio (70,5–74) Dopo il convito si danza e si ascolta musica (75–83).
- Canto XXXV per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Nottetempo la principessa Tunimba si angoscia per le pene d’amore, la nutrice la sente ma lei non le dice cos’abbia (1–12) Tunimba si confessa alla nutrice, che la rassicura sulle possibilità di riuscita del suo desiderio (13–26) Sul mattino, il re sogna la sua conversione al cristianesimo (27–32) Amerigo e il francescano Enrico giungono a corte, il secondo interpreta al re il sogno che ha ricevuto: il re chiede di essere battezzato, Enrico gli dà disposizioni per la cerimonia (33–43) Il re proclama per la sera il proprio battesimo, Enrico sgombera il tempio degli idoli pagani e con un esorcismo lo libera dei demoni satanici (44–64) Il re viene battezzato con pubblica cerimonia, dopo un bel rogo di idoletti (65–76) Il re chiede alla nutrice cos’abbia la figlia, lei gli svela l’arcano: il re acconsente alle nozze (77–93) Il re convoca Amerigo, gli fa l’ambasciata di matrimonio: Amerigo è entusiasta, dice però che deve chiedere a Vespuccio e si prende tre giorni di tempo (94–107).
- Canto XXXVI per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Vespuccio confida allo zio i propri dubbi: se si sposerà non potrà partecipare all’impresa brasiliana (1–16,4) Amerigo gli dimostra che il matrimonio è un affare, e che comunque non gli impedirà di terminare con lui il viaggio in Brasile (16,5–27,4) Amerigo riferisce al re che Vespuccio accetta la proposta di matrimonio, chiede che possa seguirlo il Brasile (27,5–34) La Fama diffonde la notizia delle nozze, il re di Picò, innamorato storico di Tunimba, se ne altera (35–38) Si celebra il fidanzamento con un pranzo fastoso (39–66) Il re indice una caccia per il giorno dopo, si va a predar cervi (67–87) Il re porta Amerigo a vedere una caccia di pesci ammaestrati (88–122).
- Canto XXXVII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Amerigo prende commiato dalla corte, lascia un sacerdote a istruire i locali sulla vera fede e promette di fare ritorno con il nipote entro breve (1–20) Vespuccio prende commiato da Tunimba (21–34,4) Vespuccio dona a Tunimba un suo ritratto, lei un vestito, e il re un’armatura fatta con la pelle di un pesce; vanno verso la nave, Tunimba saluta l’amato dalla torre con un lamento elegiaco (34,5–54) Amerigo prende l’acqua, risalendo il Paranà verso il Brasile, guidato da un nocchiero locale (55–60) Un demone infero sprona il mago Braganzo a intervenire contro Amerigo, costui si reca da due popoli brasiliani nemici e li unisce in lega contro gli usurpatori europei (61–88,4) I brasiliani accolgono Amerigo con una pioggia di frecce, i cristiani rispondono a cannonate e li mettono in fuga (88,5–96) Amerigo prende terra e pianta una croce, chiama il luogo Terra della Croce (97–99).
- Canto XXXVIII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Il nocchiero indigeno si offre di andare a parlamentare con i popoli brasiliani (1–12) Il mago accoglie sul lido il nocchiero, lo droga e lo incanta trasformandolo in una belva feroce (13–27) Amerigo scende a riva con un drappello per cercare il nocchiero, lo trovano mutato in bestia; si incamminano verso la casa del mago per sciogliere la fattura (28–39) Il mago, prevedendo che Amerigo arriverà di lì a breve, con un unguento si trasforma in un drago: Amerigo giunge alla caverna, con un ingegnoso stratagemma lo cattura e lo riporta a forma umana, lo lega ad un palo dove i brasiliani lo flagellano (40–67) Viene condotto da Amerigo un vecchio saggio brasiliano, che gli racconta di come una volta sia stato salvato da una croce: Amerigo gli espone i precetti della fede (68–90) Amerigo chiede al saggio di spiegargli la geografia del paese e i popoli che lo abitano (91–99) Amerigo si fa condurre dal vecchio presso il popolo dei Margati, empi antropofagi, con un’astuzia li induce a far pace con i vicini (100–119).
- Canto XXXIX per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Emanuele di Portogallo, preoccupato dal ritardo di Amerigo, manda a chiamare un eremita locale che gli dica che cosa è successo (1–19,4) L’eremita passa la notte in preghiera, sull’alba si addorme e ha una visione: Amerigo chiede rinforzi, preti e missionari per portare a termine l’evangelizzazione, e vede anche l’evangelizzazione seicentesca della Cina (19,5–35) All’alba il re si leva, descrizione delle pitture murali del suo palazzo (36–55) Il re monta a cavallo e va al monastero, sente la visione del monaco e decide di inviare aiuti in Brasile (56–74) Il re si reca al porto e seleziona due navi di un mercante fiorentino, lo incarica di portare la missione, lui accetta volentieri (75–102).
- Canto XL per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Si prepara la spedizione con una cerimonia sacra (1–18) La spedizione parte, fa tappa alle Canarie e poi prosegue (19–48) Tocca terra presso la foce del Marangone: il mercante, Marchioni, chiede a un locale notizie di Amerigo, gli è spiegato come raggiungere il regno dei Tupinini, dov’è Amerigo (49–76) Amerigo ha iniziato la conversione dei brasiliani, ma si rende conto che senza aiuto tutto tornerà all’empietà, visto che alcuni dei suoi compagni vogliono tornare indietro: è visitato dalla Gloria che lo sprona a resistere svelandogli l’arrivo del mercante (77–100) Il mercante giunge al porto, incontra Amerigo e lo incorona viceré del Brasile: Amerigo prende saggi provvedimenti e poi fonda San Salvador (101–114).