La Croce racquistata
di Francesco Bracciolini
Licenziato in 35 canti nel 1613, la stampa veneziana della Croce racquistata è l’esito di una vicenda compositiva di non poco conto, destinata peraltro a non esaurirsi a questa altezza (l’autore lavorerà sul testo del 1613 fornendo un’ultima versione, non approdata ai torchi); lo testimoniano il carteggio del pistoiese con Marino e la serie di edizioni con aggiunte progressive che si conta a partire dal 1605 (Parigi, in 24 canti). Vi si raccontano, con stile mezzano, le fasi finali della campagna del 627-628 dell’imperatore bizantino Eraclio contro Cosroe II scià di Persia, che pose fine alla quasi trentennale guerra tra le forze bizantine e quelle mediorientali.
Si tratta di un testo importante sia per l’uso che fa della tradizione precedente sia per l’impatto che ha sulle vicende successive del poema eroico: da un lato mostra un’assimilazione non banale del modello tassiano, dall’altro inserisce, proprio per una spinta ricerca della novità, una serie di motivi che verranno accettati nel canone epico al punto da avere una qualche rilevanza per autori fondamentali del secolo come Sempronio e Graziani.
La forbice con Tasso si apre a proposito della verisimiglianza storica, cui Bracciolini pare poco interessato: la Croce è molto più elastica della Gerusalemme liberata, non si attiene che in minima parte alle cronache, tiene in poco conto la successione dei fatti e dà spazio, in modo inconcepibile, a contingenti di spagnoli, francesi e addirittura elvezi nel tentativo di emulare lo scontro tra Europa e Asia raffigurato da Tasso. Anche la disposizione della materia mostra significativi punti di conflitto: non solo vengono rovesciati i ruoli tra assedianti e assediati, ma vengono moltiplicati gli agenti ritardanti della macchina tassiana di conseguenza a un incremento omerico del numero di eroi e personaggi (basti pensare che sul versante religioso a fronte di Pier l’Eremita si hanno un mistico, un pastore-eremita, un cardinale, un santo e un martire) e viene adottato un assetto meno equilibrato nel quadro della guerra. Laddove nel poema i cristiani non sono mai seriamente in pericolo, qui il campo crociato, secondo un modulo che guarda a Omero e che è popolarissimo nel Seicento, sfiora più volte la sconfitta, salvato dal ritorno di molti guerrieri fuoriusciti e dal provvidenziale intervento di Dio.
Bibliografia
Opera e sinossi
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- Libro I per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Proemio (1–4). Idrausse sgela le nevi del Tauro per sbaragliare l’esercito di Eraclio attendato a valle, ma è fermato da Dio (5–37,4). Eraclio fa estrarre del ferro per forgiare nuove armi (37,5–42). Folastro e Idrausse si fingono ambasciatori di Bisanzio venuti a chiedere aiuto contro l’assedio: Eraclio nega gli aiuti (43–61). I due demoni si fermano al campo per tentare di sollevarlo contro il capitano (62–78).
- Libro II per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Niceto seda le truppe in rivolta ricordando il miracolo del miele trasformato in oro quando mancavano denari alla missione, e racconta una sua visione avuta la notte precedente in cui gli è stato detto la guerra essere alla conclusione (1–15). Forestano, istigato dagli inferi, riaccende il tumulto, Eraclio lascia ai soldati il compito di giudicarlo: è linciato dalla folla (16–27). Arriva Artemio, ambasciatore papale, viene accolto da Teodoro che gli presenta Niceto e gli espone l’antefatto della spedizione (28–63). Gli mostra i due migliori guerrieri del campo, Silvano e Batrano (64–79).
- Libro III per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Teodoro continua la presentazione dell’esercito ad Artremio: mostra altre truppe e capitani (1–31). Racconta la romanzesca storia di Alceste ed Elisa, sposi separati dall’inganno di una serva e ricongiuntisi solo quattro anni dopo (32–94).
- Libro IV per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Teodoro racconta della presa di Gazzacote: I messaggeri mandati a Cosdra con la proposta di pace sono stati imprigionati, solo uno è stato rimandato al campo, dopo essere stato torturato (1–23). Eraclio ha allora mosso l’esercito e dato l’assalto al muro, che però ha resistito (24–45). Adamasto è riuscito a salire le mura e a compiere splendide imprese, ma è stato gettato a terra da un sasso: Eraclio ha deciso di assediare la città e interrompere l’assalto (46–58). Atemisto ha cercato di uccidere Eraclio recandosi al campo sotto mentite spoglie, ma ha fallito, ottenendo solo di allontanare dal campo Batrano e Triface (59–85).
- Libro V per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Triface e Batrano sono stati portati da Atemisto in una trappola ma hanno fatto strage degli assalitori, e scoperta dal traditore l’esistenza di un passaggio segreto per entrare in città: vi si sono inoltrati, mandandone notizia al campo (1–25). Oresta, moglie di Cosdra, ha visto nottetempo degli infausti prodigi, Cosdra non le ha dato ascolto (26–33). Triface e Batrano hanno aperto la porta, i cristiani sono entrati e, nonostante la difesa di Erinta, hanno fatto strage (34–55,4). Armallo è stato spinto da un demone a salvare Cosdra: ha preso l’armatura a due romani ed è fuggito con il re travestendosi (55,5–71). Oresta ha trovato il cadavere senza testa di un romano e le vesti di Cosdra, ha creduto che il marito fosse morto e per la disperazione ha ucciso sé e i propri figli (72–82).
- Libro VI per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Teodoro conclude il suo racconto ad Artemio: Eraclio ha espugnato la della reggia grazie a Batrano (1–12). Teodoro dà notizia degli ultimi infelici avvenimenti (13–16). Artemio giunge al cospetto di Eraclio: Roma sta per inviare un contingente (17–20,4). Eraclio ha ricevuto una proposta di pace da Cosdra e chiede un’opinione al consiglio: Artemio sprona i cristiani a proseguire (20,5–30). Folastro prende la parola sotto mentite spoglie e induce il campo a disertare l’impresa (31–46). Sant’Elena intercede presso Dio, ottiene uno scudo invincibile e lo consegna al campo, smascherando anche i due demoni infernali (47–78). Il campo si accinge a partire per Seleucia (79).
- Libro VII per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Eraclio muove il campo, giunge all’Eufrate, Volturno di ritorno da una missione di spionaggio racconta di quanto visto alla corte di Cosdra (1–11). Non potendo ottenere nulla dal re, ha ingannato sua figlia Alvida fingendosi un mago: ha scoperto che Orgonte è passato in Egitto per creare una grande flotta e quindi si recherà in India a chiedere alleanza, infine che il campo di Sarbarasso si avvicina all’Eufrate (12–34,4). Ha poi intercettato un dispaccio per Sarbarasso e ha scoperto che sta per muovere il suo campo contro Eraclio per impedirgli di passare il fiume (34–41). Volturno ha preso gli abiti del messo e si è recato da Sarbarasso: ha cercato invano di farlo desistere dall’affrontare Eraclio, quindi ha assistito alla rassegna del suo esercito (42–77). È infine ripartito per il campo cristiano (78–83).
- Libro VIII per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Eraclio fa costruire il ponte sull’Eufrate (1–10). Tra gli altri partecipano all’impresa i figli di Teodoro: il minore, Calisiro, ama Alvida, che ha conosciuto l’anno prima alla corte dei Persiani e che lo ricambia (12–21,4). Calisiro cerca di avere informazioni su Alvida da Volturno ma a causa dell’intromissione del fratello ottiene solo un resoconto geografico dell’Asia (21,5–42). Il campo passa l’Eufrate (43–47). Arriva l’oste di Sarbarasso: Eraclio schiera i suoi e li incita (48–60) Si viene a battaglia (61–71).
- Libro IX per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Armallo uccide Almonio e i suoi sette figli (1–19,6). Imprese di Erinta e Sarbarasso (19,7–31). I cristiani, ormai in fuga, sono salvati da una tempesta mandata da Dio che scompiglia i musulmani (32–46). Anfimene è ferito da Armallo (47–55). Sarbarasso, risparmiato da Batrano, bestemmia Dio ed è fulminato (56–72,3). I pagani si ritirano su un colle, Cesare non li insegue (72,4–76).
- Libro X per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Anfimene è portato morente a un padiglione: Artemio, su invito divino, lo convince a battezzarsi in punto di morte (1–34). Eraclio tiene un breve discorso funebre, assegna Silvano come nuovo capitano della schiera (35–42). Fa seppellire i morti e libera un figlio di Sarbarasso fatto prigione durante la battaglia (35–49,2). Il figlio di Sarbarasso recupera il corpo del padre (49,3–51). Eraclio stringe d’assedio gli avanzi del campo di Sarbarasso (52). Cosdra alla notizia della sconfitta muove il campo verso ciò che resta dell’esercito di Sarbarasso: Alvida ne gioisce perché potrà rivedere Calisiro (53–60). Cosdra raggiunge l’accampamento rincuora i superstiti e tiene un’orazione funebre per Sarbarasso (61–73).
- Libro XI per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Sarbarasso giunge agli Inferi, rifiuta di salire sulla barca di Caronte e guada lo Stige, quindi arringa i demoni a insuperbire contro Dio e a intervenire in guerra (1–21,4). Plutone convoca l’Inganno perché uccida o distolga dalla guerra Niceto (21,5–33,4). L’Inganno viene in terra (33,5–35,4). Dio lo vede e comanda che lo si lasci fare per il momento: manda Raffaele a far sì che il disturbo infero non faccia desistere Eraclio dall’impresa (35,5–43). Cosdra convoca il consiglio dei Persiani: Ireneo suggerisce di fare pace con Eraclio, Armallo, sdegnato, si dichiara disposto a battersi fino alla morte; Cosdra svela di aver indetto la riunione solo per scoprire i pavidi (44–66). Indice sacrifici agli dei: l’Inganno invasa il toro destinato all’olocausto, gli fa uccidere Ireneo (67–79).
- Libro XII per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- L’Inganno si muta in bella donna: convince Niceto ad aprirgli l’uscio del suo eremo (1–25). Gli racconta una falsa storia sul suo passato e gli chiede di poter albergare con lui: Niceto rifiuta (25–44). Gli offre il segreto della pietra filosofale e, nel farlo, cerca di sedurlo (45–50). Si ferma per la notte e cerca in ogni modo di sedurlo (51–55). All’alba Niceto va dall’alchimista Melchiorre, con la polvere del demone riescono a creare dell’oro (56–65). Niceto rifiuta ancora la donzella e scaccia l’Inganno (66–68). L’Inganno allora si traveste da Dio e attira Niceto su un’isoletta con il finto pretesto di fargli ritrovare la croce: quando è ormai in balia del fiume l’eremita scopre il demonio con un crocefisso (69–88).
- Libro XIII per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Eraclio convoca mensa per rincuorare i capitani dell’assenza di Niceto (1–8). L’Inganno decide di turbare il convivio e convoca la Superbia con l’intercessione di Plutone (10–23). La Superbia aizza Adamasto contro Batrano, si sfoderano le spade: Eraclio ferma la zuffa (24–40). I due si ritirano nei loro padiglioni ma si mandano i padrini e decidono di sfidarsi l’indomani (41–47). Eraclio pensa di fermarli richiamando Adamasto e offrendo a Batrano il grado di mastro del campo: ingelosisce però Silvano, al quale dà il carico di portare l’ambasceria, che decide di lasciare il campo una volta eseguito il compito (48–61). Ambasceria di Silvano e Triface, cui Batrano oppone un reciso rifiuto, facendo per giunta inasprire Silvano nel suo sdegno verso Eraclio (62–88).
- Libro XIV per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Silvano prende congedo da Eraclio, suo figlio Lucrezio però non vuole lasciare il campo, bramoso del grado di condottiero che ora gli spetta (1–19). Silvano dà al figlio qualche consiglio di natura militare e poi parte (20–26). Adamasto accompagnato da Urbante viene fermato dalle guardie del campo, ne fa strage: sopraggiunge Batrano e con la sua sola presenza sgombra la strada: si avviano verso un’isoletta sul fiume (27–43). Eraclio rafforza il campo, Cosdra, venuto a conoscenza delle defezioni del campo nemico, manda messaggi agli alleati perché si affrettino a raggiungere il teatro di guerra (44–51). Orgonte dopo aver radunato un grande esercito in Medio Oriente passa in India a cercare aiuti e lascia il campo a Erano, che fabbrica una grande flotta (52–60). L’eremita Anastasio, cristiano convertito, mette in guardia Erano dal fallimento cui è destinato: il comandante non ci crede e salpa (61–72).
- Libro XV per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- La tempesta affonda molte navi (1–14). Erano viene sbattuto a riva, incontra Anastasio, che lo salva e lo conduce alla propria grotta (15–31). Lo converte a Dio e lo conduce al monastero di Giustino (32–41). Acleto è eletto duce delle sette navi scampate: incontra il messaggero inviato da Cosdra, riprendono la navigazione e finiscono fuori rotta, a Cipro (42–60). Il nocchiere sconsiglia di approdare all’isola per via delle Etere, donne bellissime e assassine: Acleto segue il consiglio e prende un’altra rotta (61–72).
- Libro XVI per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Correo, infiammato dagli Inferi, spinge le truppe dei Gazzarri a ribellarsi a Lucrezio (1–17). Il giovane cerca di ritenerli uccidendo l’alfiere (18–20). Viene a duello con Correo: muore, il pagano parte dal campo con tutto il contingente (18–38). Triface è mandato da Eraclio a fermarlo, ma nel bosco incontra un drappello di Rubeno: lotta in maniera eccezionale ma alla fine, in modo infido, è fatto prigioniero (39–54). Tra i prigionieri trova Silvano, caduto in mano a Rubeno mentre si allontanava dal campo (55–63,4). La Superbia infetta Domete e torna agli inferi a rendere conto a Plutone delle sue imprese (63,5–73).
- Libro XVII per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Domete vede rifiutate le proprie pretese di diventare capitano degli Elvezi, si vendica rubando lo scudo e i memoriali di Eraclio: li porta a Cosdra e si offre di aprirgli nottetempo le porte del vallo (1–27). Domete torna al campo e grazie al Sonno e all’Ebbrezza addormenta le sentinelle (28–41,4). Apre le porte a un’avanguardia di Persiani, che fanno strage dei dormienti (41,5–55). Eraclio si avvede della cosa, prega Dio perché affretti l’alba e organizza le difese: i pagani non vedendo giungere i rinforzi sono messi in fuga (56–74). Enarto duella e tramortisce Erinta, la soccorre portandola alla propria tenda e se ne innamora (75–101).
- Libro XVIII per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Niceto approda a un’isola sul fiume e viene accolto dal pastore Ergasto (1–19,6). Ergasto racconta la propria vicenda alla corte di Eraclione e la scelta dell’eremitaggio (19,7–45). Ergasto, avvisato in sogno da Eraclione dell’arrivo di Niceto, gli chiede di pregare per l’anima del suo vecchio signore (46–54). Enarto e molti altri guerrieri si innamorano di Erinta (55–75). Eraclio se ne accorge, decide di trasferire la donzella in un castello lontano dal campo (76–78,2). Enarto ruba l’armatura del padre e insegue Erinta, la libera e le si dichiara, ma lei lo rifiuta (78,2–100). Erinta si allontana, Enarto incontra una fanciulla nel bosco (101–104).
- Libro XIX per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Enarto raggiunge quella che crede la fanciulla: è in realtà suo fratello Calisiro, travestito da donzella (1–9). Calisiro racconta del suo sfortunato e fortuito incontro notturno con Alvida, che al suo pari era uscita nottetempo travestita da cavaliere per cercarlo; insieme tornano al campo (10–58). Teodoro, sentite le voci che lo accusano di aver liberato la prigioniera, organizza la ricerca di Erinta per discolparsi e scoprire la verità (58–75).
- Libro XX per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Proemio encomiastico (1–4). Teodoro raggiunge un prato poco distante dal quale Erinta si è addormentata (5–8). Erinta sogna, per volere di Dio, la propria discendenza, cioè la famiglia Medici (9–62). Erinta viene scoperta dal drappello di Teodoro e si getta nel fiume, seguita da Enarto, che si getta gravato dall’armatura (63–70). Erinta lo trae dal flutto e si dilegua, i compagni lo raggiungono e lo rianimano (71–84).
- Libro XXI per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Per una questione di preparazione del terreno anche i padrini di Batrano e Adamasto, Urbante e Volturno, vengono a duello (1–10). Comincia la battaglia (11–13). Batrano è in vantaggio su Adamasto (14–28). Urbante tramortisce Volturno e va a dare manforte a Adamasto: Batrano li vince entrambi, risparmia Adamasto (29–45). Niceto giunge al sepolcro di Eraclione a ammira i cicli di bassorilievi ivi scolpiti (46–58). Niceto prega per l’anima di Eraclione, che lascia l’avello e prima di salire in Cielo gli predice l’esito positivo del’impresa (59–76).
- Libro XXII per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Niceto ed Ergasto salvano i feriti del duello ed Erinta, trascinata dalla corrente del fiume (1–27). La portano alla capanna dove hanno sistemato i tre cavalieri: lei salva Batrano interpretando la visione avuta quand’era addormentata sull’isoletta, e se ne innamora, ricambiata (28–61). Teodoro si dispera per il rifiuto di Erinta, medita un’azione gloriosa in cui sacrificare la propria vita (62–63). Eraclio, vista l’inferiorità in cui si trova, ritira il suo esercito in una città murata (64–71).
- Libro XXIII per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Gersano con uno specchio quasi incendia il vallo (1–20). Alceste ed Elisa riescono con una sortita a distruggere la macchina, Alceste viene ferito, scappano nel bosco inseguiti dai Persiani (21–45). Cosdra orina l’assalto, Armallo si spinge avanti per primo e incendia il vallo, penetrando negli accampamenti (46–63). Eraclio raccoglie i suoi e li spinge fuori dal vallo (64–70).
- Libro XXIV per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Alceste muore tra le braccia di Elisa (1–17). La strega Altea si vendica di Alceste facendo una fattura ad Elisa (18–26). Elisa vaga in preda ai tormenti inferi finché non è salvata da alcuni pastori (27–50). I cristiani, usciti dal vallo in campo aperto, vengono accerchiati (51–56,6). Antilio e Eristo rispondono alle ingiurie di Odonte gareggiando in valore, finché vengono uccisi da Armallo (56,7–79).
- Libro XXV per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Armallo compie imprese straordinarie, ma la battaglia resta in bilico (1–9). Cosdra allora mostra lo scudo divino e avvilisce i cristiani, che vanno in rotta: Eraclio suona la ritirata, si stabilizza nella cittadelle all’interno del vallo (10–16). Uberto e il figlio s’uccidono, per sbaglio, nottetempo (17–34). Teodoro, rimasto fuori dalla cittadella, raduna i dispersi della battaglia (35–37). Adimanto racconta della morte di Enarto e, sbagliandosi, poiché ingannato dalla distanza da cui ha visto i fatti, della sconfitta definitiva dei cristiani: in realtà Eraclioha solo abbandonato il muro rinserrandosi nel cuore della cittadella (38–75).
- Libro XXVI per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Satana manda la Fame al campo di Teodoro. molti soldati muoiono di stenti (1–28). Invia poi al campo di Eraclio la Peste, che ne falcidia le schiere: nonostante ciò i difensori respingono gli assalti dei pagani (29–46). Alvida, tramite Gersamo, chiede al padre di arrivare a un accordo con i cristiani, proponendo il matrimonio con Calisiro come suggello (47–63,6). Cosdra accetta, ma solo per spiare il campo nemico, e offre condizioni di resa durissime: Eraclio riceve i messi ma saggiamente non li fa entrare nella fortezza (63,7–71).
- Libro XXVII per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Eraclio rifiuta le condizioni di Cosdra e ne propone di altrettanto pesanti (1–17,4). Alvida decide di darsi prigioniera ad Eraclio così che con uno scambio di prigionieri si possa liberare Calisiro (17,5–27). Si spinge al campo cristiano, Eraclio non la accetta come prigioniera, lei per la vergogna fugge nel bosco anziché tornare al proprio esercito (28–50). Anastasio raccoglie una grande schiera di cristiani con le sue predicazioni: Cosdra lo fa imprigionare e torturare (51–60). I suoi seguaci vengono uccisi, lui fa la stessa fine: salito al Cielo, chiede al Signore che ponga fine alla guerra (61–74). Dio impone la fine dei travagli per i cristiani, manda due Angeli a scacciare la Fame e la Peste (75–84).
- Libro XXVIII per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Niceto compie l’esorcismo su Elisa, portata al suo tugurio dai pastori (1–16). Erinta chiede il battesimo ma, per non tradire il suo re, vuole astenersi dalla guerra (17–22). Niceto per convincerla a combattere per i cristiani le svela i suoi natali cristiani e le mostra la sua discendenza illustrata sul sepolcro di Eraclione, le indica infine come scoprire chi siano i propri genitori (23–60). Niceto distoglie Adamasto dal voler combattere nuovamente con Batrano, dà per compito ai tre cavalieri di assaltare le furerie persiane (61–66). Batrano, Volturno a Adamasto lungo la strada incontrano Triface e Silvano, fuggiti dalla prigionia (67–71).
- Libro XXIX per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Triface racconta della loro fuga dal carcere (1–14). I cinque cavalieri assaltano e conquistano le salmerie dei Persiani, le portano a Teodoro (15–36). Erinta uccide uno sconosciuto che indossa le finte armi di Batrano, prosegue per il campo di Cosdra (37–64,6). Trova Gersamo cerca di essiccare il lago che protegge il forte (64–69). Entra nel padiglione di Cosdra e legge le memorie di Eraclio rubate da Domete: scopre di essere figlia dell’imperatore cristiano, riporta al campo lo scudo (71–77).
- Libro XXX per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Erinta si rivela a Eraclio, tutto il campo ne gioisce (1–5). Racconta del tentativo di Gersamo: Eraclio decide di anticipare l’assalto schierando l’oste in campo aperto (6–12). All’alba, essiccato il lago, Cosdra lancia l’assalto al muro, le teste di ponte fanno strage di difensori (13–25). Eraclio con un diversivo si mostra fuori dal vallo e innesca battaglia sul ponte (26–40). Erinta uccide Rubeno ma il suo stuolo è in fuga, e così quello di Eraclio (40–50,6). Gli Angeli avvisano Teodoro del pericolo che corre il fratello: muove l’esercito e raggiunge il campo di battaglia (50,7–57). Batrano soccorre Erinta e porta strage tra i pagani (58–65). Eraclio viene a duello con Armallo, Adamsto si avvede del pericolo e subentra all’imperatore nel pericoloso agone (66–78).
- Libro XXXI per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Eraclio, liberato dalla tenzone, riordina le forze e mette in fuga i Persiani (1–11). Armallo uccide Adamasto e torna agli alloggiamenti assieme all’esercito (12–25). Eraclio accoglie tutti i cavalieri di ritorno, perdona a chi ha errato e distribuisce gradi e premi (26–30). Arrivano al campo anche Niceto, Alvida e il drappello papale (31–37). Egisto, capitano del contingente romano, narra di come prima di giungere lì hanno tolto il blocco navale a Bisanzio attirando la flotta musulmana in una battaglia navale (38–72).
- Libro XXXII per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Egisto racconta di come poi hanno vinto anche in battaglia campale, liberando la città (1–36). Eraclio indice uno spettacolo con belve per festeggiare (37–64). Erinta riconosce Domete e lo denuncia, Eraclio consente che il popolo lo giustizi: viene dato in pasto alle belve (65–72).
- Libro XXXIII per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Giunge notizia che gli Indiani al comando di Orgonte sono arrivati, con esercito infinito (1–9). Eraclio incoraggia i suoi, su consiglio di Silvano decide di disporli l’indomani in formazione triangolare (10–20,4). All’alba Eraclio dispone l’oste e la fa avanzare (20,5–31). Cosdra nottetempo si è ricongiunto con gli alleati, dispone l’esercito e arringa (32–39). Un fulmine indica ai cristiani che saranno vittoriosi, Eraclio conforta i suoi uomini (40–44). Batrano e Armallo vengono a duello: il toscano lo vince e uccide, il suo angelo custode aggiunge la sesta palla, insegna medicea, alle cinque che già fregiano il suo scudo (45–70,4). Volturno mette in fuga gli elefanti che scompigliano le proprie schiere, Orgonte riorganizza le formazioni e circonda i cristiani (70,5–76).
- Libro XXXIV per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Erinta uccide a duello Orgonte ma non evita la fuga dei suoi dal suo lato (1–22). Eraclio rincuora i fuggitivi, poi volge con una manovra tattica manda Batrano sul versante in pericolo, questi fa strage enorme e fuga gli Indiani (23–43). Eraclio uccide il re degli Indiani (44–49). Triface uccide Adrasto (50–53). Eraclio atterra e risparmia Cosdra, che riesce a fuggire a Seleucia salvato da un drappello d’Arabi (53–64). Festeggiamenti del campo, Eraclio prima di partire verso Seleucia acconsente al matrimonio tra Erinta e Batrano (65–71).
- Libro XXXV per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Eraclio ormai presso Seleucia è rapito in visione estatica: guidato da Eraclione vede l’empireo e assiste a una battaglia celeste per la croce, corrispettivo di quella terrestre (1–37). Passa il Tigri con il campo e, giunto a, Seleucia dà l’assalto al muro (38–40). Uno dei figli di Cosdra gli porta il capo del padre, ucciso a tradimento: l’imperatore medita sulla caducità della vita (38–52). In città viene liberato Zaccheria, che intona una preghiera sulla croce (53–67).