La Croce racquistata

di Francesco Bracciolini

titolo
La Croce racquistata
autore
Bracciolini, Francesco
data di pubblicazione
1613
curatore
Artico, Tancredi
revisore
Contini, Federico
licenza
-
collocazione
Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze
indice di affidabilità
ottima (3)

Licenziato in 35 canti nel 1613, la stampa veneziana della Croce racquistata è l’esito di una vicenda compositiva di non poco conto, destinata peraltro a non esaurirsi a questa altezza (l’autore lavorerà sul testo del 1613 fornendo un’ultima versione, non approdata ai torchi); lo testimoniano il carteggio del pistoiese con Marino e la serie di edizioni con aggiunte progressive che si conta a partire dal 1605 (Parigi, in 24 canti). Vi si raccontano, con stile mezzano, le fasi finali della campagna del 627-628 dell’imperatore bizantino Eraclio contro Cosroe II scià di Persia, che pose fine alla quasi trentennale guerra tra le forze bizantine e quelle mediorientali.
Si tratta di un testo importante sia per l’uso che fa della tradizione precedente sia per l’impatto che ha sulle vicende successive del poema eroico: da un lato mostra un’assimilazione non banale del modello tassiano, dall’altro inserisce, proprio per una spinta ricerca della novità, una serie di motivi che verranno accettati nel canone epico al punto da avere una qualche rilevanza per autori fondamentali del secolo come Sempronio e Graziani.
La forbice con Tasso si apre a proposito della verisimiglianza storica, cui Bracciolini pare poco interessato: la Croce è molto più elastica della Gerusalemme liberata, non si attiene che in minima parte alle cronache, tiene in poco conto la successione dei fatti e dà spazio, in modo inconcepibile, a contingenti di spagnoli, francesi e addirittura elvezi nel tentativo di emulare lo scontro tra Europa e Asia raffigurato da Tasso. Anche la disposizione della materia mostra significativi punti di conflitto: non solo vengono rovesciati i ruoli tra assedianti e assediati, ma vengono moltiplicati gli agenti ritardanti della macchina tassiana di conseguenza a un incremento omerico del numero di eroi e personaggi (basti pensare che sul versante religioso a fronte di Pier l’Eremita si hanno un mistico, un pastore-eremita, un cardinale, un santo e un martire) e viene adottato un assetto meno equilibrato nel quadro della guerra. Laddove nel poema i cristiani non sono mai seriamente in pericolo, qui il campo crociato, secondo un modulo che guarda a Omero e che è popolarissimo nel Seicento, sfiora più volte la sconfitta, salvato dal ritorno di molti guerrieri fuoriusciti e dal provvidenziale intervento di Dio.

Bibliografia

Opera e sinossi

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