Danese Cataneo
Nato a Carrara o a Colonnata (1509/1512), fu scultore e bronzista di rilievo, oltre che poeta. Compiuto il proprio apprendistato nella bottega di Jacopo Sansovino a Roma, affiliazione per cui verrà ricordato nell’opera di Vasari come uno dei migliori discepoli del maestro fiorentino, si recò a Venezia all’inizio degli anni Trenta, dove risiedette fino alla morte.
Nei suoi quarant’anni in laguna, spostandosi tra Padova e Verona (dove ottenne importanti committenze per la famiglia dei Fregoso), conobbe e frequentò le più prestigiose cerchie intellettuali, venendo in contatto con Trissino, Manuzio, Sperone Speroni, Bernardo e Torquato Tasso. Del 1562 è il suo unico testo edito, L’amor di Marfisa, un poema in tredici canti sulla campagna italiana di Carlo Magno, un testo di rilievo nell’apprendistato eroico del giovane Torquato Tasso. Restano allo stato manoscritto numerosi altri abbozzi di poemi incompiuti, tra cui un poema sulla vittoria navale di Lepanto e una Germania domat1a, che testimonia di un interesse mai sopito verso il problema dell’eresia riformata. A questi si aggiungono qualche componimento lirico, degli Esametri in onore di Cosimo I De Medici e una tragedia (la Lucretia). Si spense a Padova nel 1572.
Bibliografia
- M. Rossi, La poesia scolpita. Danese Cattaneo nella Venezia del Cinquecento, Lucca, Pacini Fazzi editore, 1995.
- C. Gavagnin, La Marfisa di Danese Cataneo: dalla stesura in quarta rima alla stampa (1562): edizioni del testo e fasi dell’elaborazione, tesi di dottorato discussa nell’a.a. 2000/2001 presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, relatore F. Bruni.