Allo illustrissimo signore
Cominciai già sette anni sono a scrivere il poema del quale ora mando in publico quella parte che mi ritrovo aver fornita, e perché io con incredibile affezione ho sempre amato il sommo valor del glorioso principe Carlo quinto imperadore, fu mio proponimento di lodare e celebrar nelle mie rime, quali elle si fussero, i suoi meravigliosi e veramente eroici fatti, tenendo per certo di non poterle illustrare con più chiaro splendore del suo. Ma non giunsi al fine del sesto canto, che, essendo dalla morte interrotto il vital corso al cristiano invittis-simo Cesare, fu, dal molto dolor ch’io n’ebbi, interrotto a me ancora il seguitar la comin-ciata impresa, la quale per due anni continui tralasciai, con pensiero quasi fermo di lasciarla del tutto.
L’occasione poi, quando venni tre anni sono a baciar la mano alla Signoria Vostra Illu-strissima, come a mio natural signore e larghissimo benefattore, prima che ella andasse alla corte catolica, apportò che io le mostrassi la tralasciata parte del mio componimento; et ella, mostrando che molto le piaceva, molto mi confortò a dover ripor mano all’abbandonato poema, onde io, mosso dalla sua degna esortazione quasi da nuova Musa, l’ho infin da quel tempo seguitato fin al terzodecimo canto. E benché questa non sia la terza parte della fatica che m’ho proposto di fare, e che tuttavia vo facendo, nondimeno per far prova se ella abbia da piacere al mondo, ho per ora deliberato di publicarla, presentandola a Vostra Signoria Illustrissima come a quella alla quale, essendo io affezionatissimo et obbligatissimo suddito e servidore, son anco debitore della vita istessa. Oltra di ciò, ragionevol cosa è che da me le sia presentata, poi ch’ella mi ha dato cagione, e fatto animo di ripormi a seguir l’impresa di quest’opera mia. Nella quale, se da Dio mi sarà conceduto di poterla condurre al desiderato fine, si vedranno, insieme co’ gloriosi fatti di sì grande imperadore e della felicissima casa d’Austria, dipinti ancora i meriti della Signoria Vostra Illustrissima e della sua chiarissima stirpe, progenitrice di Pontefici, di cardinali, di granduchi, e d’altri illustri et onorati signori e cavalieri.
Di Vostra Signoria Illustrissima affezionatissimo suddito e servitore,
il Danese Cataneo