Il Furio Camillo

di Ansaldo Cebà

titolo
Il Furio Camillo
autore
Cebà, Ansaldo
data di pubblicazione
1623
curatore
Artico, Tancredi
revisore
Vedovotto, Giovanni
licenza
-
collocazione
Biblioteca Civica Berio, Genova
indice di affidabilità
ottima (3)
pagina a cura di T. Artico

Edito per Pavoni nel 1623, il Furio Camillo è un poemetto encomiastico sui generis in sei brevi canti. Vi viene narrata, con attenzione spiccata al resoconto storico di Plutarco, la discesa dei Galli e la loro cacciata dopo la conquista delle mura capitoline per mano del condottiero romano.
La fedeltà al rendiconto plutarcheo è notevole, ma l’autore mette mano al testo aggiungendo una serie di particolari utili a cementare l’allegoria politica della propria opera, fondamentalmente antitirannica. Le aggiunte alla Vita di Camillo ispessiscono il discorso politico del testo con lunghe tirate moraleggianti e exempla di pura invenzione. Il testo verte sullo scontro tra ideali repubblicani e tirannici, idealizzato tramite la veste romana ma evidentemente rivolto al presente genovese dell’autore: nell’allegorica scelta tra vizio e virtù, declinata in senso istituzionale nel binomio autarchia-repubblica, la scelta di Camillo dovrebbe essere d’esempio, nelle speranze d’autore, all’aristocrazia genovese «di roba», decisa ad affermare il proprio dominio cittadino a scapito degli statuti democratici.

Bibliografia

  • G. Baldassarri, Interpretazioni del Tasso. Tre momenti della dia logistica di primo Seicento, in «Studi tassiani», XXXVII (1989), pp. 65-86.
  • M. Corradini, Genova e il Barocco. Studi su Angelo Grillo, Ansaldo Cebà, Giulio Brignole Sale, Milano, Vita e Pensiero, 1994.

Opera e sinossi

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