Il Furio Camillo
di Ansaldo Cebà
Edito per Pavoni nel 1623, il Furio Camillo è un poemetto encomiastico sui generis in sei brevi canti. Vi viene narrata, con attenzione spiccata al resoconto storico di Plutarco, la discesa dei Galli e la loro cacciata dopo la conquista delle mura capitoline per mano del condottiero romano.
La fedeltà al rendiconto plutarcheo è notevole, ma l’autore mette mano al testo aggiungendo una serie di particolari utili a cementare l’allegoria politica della propria opera, fondamentalmente antitirannica. Le aggiunte alla Vita di Camillo ispessiscono il discorso politico del testo con lunghe tirate moraleggianti e exempla di pura invenzione. Il testo verte sullo scontro tra ideali repubblicani e tirannici, idealizzato tramite la veste romana ma evidentemente rivolto al presente genovese dell’autore: nell’allegorica scelta tra vizio e virtù, declinata in senso istituzionale nel binomio autarchia-repubblica, la scelta di Camillo dovrebbe essere d’esempio, nelle speranze d’autore, all’aristocrazia genovese «di roba», decisa ad affermare il proprio dominio cittadino a scapito degli statuti democratici.
Bibliografia
- G. Baldassarri, Interpretazioni del Tasso. Tre momenti della dia logistica di primo Seicento, in «Studi tassiani», XXXVII (1989), pp. 65-86.
- M. Corradini, Genova e il Barocco. Studi su Angelo Grillo, Ansaldo Cebà, Giulio Brignole Sale, Milano, Vita e Pensiero, 1994.
Opera e sinossi
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- Proemio (1–5). Narrazione dell'antefatto: Brenno scende in Italia e assedia Chiusi, che chiede aiuto a Roma (6–18). Gli ambasciatori romani, contro il diritto delle genti, assaltano nottetempo il campo di Brenno (19–24). Brenno manda ambasciatori a Roma, le sue richieste vengono bocciate: i Romani gli mandano contro un esercito (25–35). Brenno sbaraglia i Romani sul fiume Allia (36–51). I Galli giugono alle porte di Roma, la trovano deserta e la devastano (52–59). La moglie di Fabio Ambusto trova la morte cercando di uccidere il re gallo (60–76).
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- Vicenda di Lucrezia, che riesce a far morire con sé il soldato che la voleva sforzare (1–19). Su consiglio di Papirio, i Romani decidono di asserragliarsi in Campidoglio e mandare un esercito di vecchi e infermi a tamponare l'avanzata dei Galli (20–31). Flaminia muore a vedere il padre vestire le armi: muoiono di dolore anche il marito e il padre stesso (32–43). La vestale Servilia si sacrifica ma riesce a portare sul Campidoglio il fuoco sacro (44–69).
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- Brenno sbaraglia l'esercito di vecchi Romani, tenta un assalto ma viene respinto e cinge il Campidoglio d'assedio (1–25). Brenno invia truppe a procurare vettovaglia, queste si spingono fino ad Ardea (26–28). Camillo organizza una sortita notturna e sbaraglia il drappello dei Galli (29–44). Brenno tenta tramite messi di raggiungere un accordo con Camillo: gli offre la corona di Roma in cambio di una tregua; al contempo giunge un'ambasciata dei Romani che gli offre il comando dell'esercito (45–63). Camillo accetta la proposta romana, ma pretende di essere investito dal Senato del ruolo di imperator (64–71).
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- Satana convoca un concilio per impedire i piani dei Romani (1–6). Il demone Torvellin aumenta la passione di Fulvia per Camillo (7–24). Fulvia invita Camillo a convito con lo scopo di sedurlo (25–32). I Romani sono alle prese con la peste: domina l'individualismo nel campo (33–43). I Romani sono attanagliati dalla fame: nonostante questo si sacrificano l'uno per la salute dell'altro (44–57,4). Brenno rincuora e suoi e tenta un assalto, che viene respinto(57,5–66). Il romano Spurio offre la testa di Camillo in cambio del trono di Roma: Brenno accetta (67–75). Tito, fratello di Spurio, offre a Camillo la testa di Brenno (76–82). I due fratelli si incontrano per la strada, e si uccidono a vicenda (83–94).
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- Cedizio supera gli sbarramenti dei Galli, raggiunge il Campidoglio e ottiene l'investitura di Camillo (1–17). I Galli trovano la via usata da Cedizio e cercano di assaltare nottetempo il Campidoglio: sono smascherati dalle papere, che col loro rumore svegliano i difensori (18–29). Camillo riceve l'investitura, predispone l'esercito per la partenza (30–34). Prima di partire si reca al convito di Fulvia: lei cerca di sedurlo ma lui la rifiuta, al che la donna si uccide (35–93).
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- I Romani decidono di pagare Brenno perché interrompa l'assedio (1–14). Camillo inanimisce i suoi uomini, punisce con la pena capitale un soldato che si offriva di combattere per dargli la corona (15–23). Passa in rassegna l'oste (24–36). I demoni infernali tentano di disturbare l'avanzata ma falliscono (37–54). Camillo giunge a tempo per interrompere gli accordi con Brenno, e entra nelle mura del Campidoglio (55–64). La mattina si dispongono gli eserciti: arringhe dei capitani (65–72). Si viene a battaglia: Camillo uccide Brenno, i Galli sono rotti (73–87). Ingresso di Camillo a Roma e rifiuto di ogni onore personale (88–95).