Il Foresto

di Gabriello Chiabrera

titolo
Il Foresto
autore
Chiabrera, Gabriello
data di pubblicazione
1653
curatore
Artico, Tancredi
revisore
Vedovotto, Giovanni
licenza
-
collocazione
Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze
indice di affidabilità
ottima (3)
pagina a cura di T. Artico

Edito a buona distanza dalla morte dell’autore (avvenuta nel 1638, mentre la stampa è di quindici anni più tarda), il Foresto racconta in tre canti di endecasillabi sciolti – chiaramente non verosimili sotto il profilo storico ma legati alle leggende sorte intorno ad Attila – dell’assedio di Aquileia da parte degli Unni. A scongiurare la caduta della città interviene Foresto, da cui discenderà la famiglia degli Este, dedicatari del poema.
L’operazione letteraria si presenta dunque come prettamente encomiastica, e si inserisce nel ricco filone cinque-seicentesco del poemetto celebrativo, un sottogenere con cui il testo di Chiabrera ha in comune la lunghezza e le modalità narrative. Nel terzo canto San Pietro illustra a Foresto la gloria che attende la sua discendenza, secondo un classico schema profetico, e ne mette in luce il ruolo che avrà di uccisore di tiranni, topos già cinquecentesco (di cui l’esempio più corposo è l’Ercole di Giraldi) che si ritrova spesso nel panorama del poema rinascimentale e barocco. A conferma dell’affiliazione con le forme canoniche del poemetto celebrativo si ha in conclusione, dopo l’uccisione di Attila da parte di Foresto, un intervento diretto del narratore, che congeda presentandosi come testimone di Euterpe, un elemento di interesse in ottica mariniana.

Bibliografia

  • A. Belloni, Gli epigoni della Gerusalemme liberata, Padova, Draghi, 1893, ad indicem.

Opera e sinossi

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