La Croce stellata, overo la navigazione del Mosto
di Scipione Errico
Nel 1546 usciva a Venezia, per i tipi di Giacomo Hertz, una silloge di componimenti poetici di Scipione Errico dedicati al granduca di Toscana Leopoldo de’ Medici. Tra questi, da ultimo, una collana di 69 ottave (definita poemetto dall’autore stesso) sull’avvistamento della costellazione della Croce del Sud da parte del navigatore veneziano Alvise da Mosto. Il navigatore veneziano era stato impegnato tra 1545 e 1546 in due missioni esplorative per conto del re del Portogallo Enrico il Navigatore, durante le quali aveva risalito per un buon tratto il corso del fiume Gambia aveva scoperto le Isole di Capo Verde.
In linea con le predilezioni d’autore, il testo presenta uno stile e soprattutto una distribuzione degli argomenti compattamente marinista: alla scoperta della Croce sono riservate soltanto la seconda metà della settantina di stanze, mentre nella prima parte viene narrata una novelletta (la storia di Medusa e delle Isole Felici), modellata sull’esempio del Canto IV dell’Adone e che con il testo di Marino mostra più di qualche punto di contatto. La conclusione, sempre in accordo con il poema mariniano, rinnova la finzione del pastore-ascoltatore, con Errico che trova, mostrando una sagacia pari al maestro, lo spazio per inserire una profezia, pronunciata da Dio stesso, in favore della casata del navigatore, a un cui discendente (il doge Alvise) il componimento è dedicato.
Riedito in tempi moderni nell’edizione a cura di G. Santangelo (che lo inserisce nella sezione delle Poesie, secondo una classificazione quantomeno problematica), se ne offre qui una trascrizione secondo i criteri in uso.
Bibliografia
- G. Santangelo, Un capitolo del Barocco marinistico meridionale, Palermo, Manfredi, 1976.
Opera e sinossi
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- Al signor Alvise da Mosto Procurator di San Marco per vedere le sinossi clicca su Opera e sinossi
- Argomento del poema e giovinezza di Alvise da Mosto (1–6). Partenza dal Portogallo, breve rassegna di luoghi e approdo alle Canarie (7–18). Racconto della storia di Medusa (19–39). Dopo essere ripartito, a cento giorni dalle Canarie Alvise da Mosto vede le costellazioni e condanna l’assenza di una conformazione cristiana nei cieli (40–53,4). Vede la Croce del Sud e prorompe in una lode della Croce, in un contesto di giubilo collettivo (53,5–63). Profezia sulla fortuna della casa da Mosto (64–68). Conclusione del racconto da parte dell'io narrante (69).