Giovanni Fratta
Quasi nulla si sa sulla vita del veronese Giovanni Fratta: nato nella città scaligera intorno alla metà del XVI Secolo da una famiglia nobile, compì i propri studi in legge a Padova conseguendo la laurea ed entrando nella locale Accademia degli Animosi. Tornato nella città natia (ma sdoppiando la propria residenza con la villa di Canove, presso Legnago), fu tra le personalità più in vista della vita culturale; morì di certo prima del 1627.
La sua centralità è testimoniata dall’elevato numero di opere mandate a stampa nell’ultimo ventennio del secolo: tra queste si annoverano vari panegirici e discorsi, un libro di egloghe (Verona, Dalle Donne, 1576), una pastorale, la Nigella (Verona, Delle Donne, 1582), un dialogo sulla dedica dei libri (Della dichiaratione de’ libri, Venezia, Angelieri, 1590) e infine, l’opera di maggior impegno, la Malteide (1594), poderoso poema sull’acquisto dell’isola da parte dei cavalieri di San Giovanni.
Bibliografia
- P. Lasagna, Introduzione, in G. Fratta, Nigella. Favola pastorale, a cura di P. Lasagna, Bologna, ArchetipoLibri, 2012, pp. 7-58 : 7-9.
- L. Carpanè, «Nell’inclita città di Verona». Momenti della letteratura veronese tra Cinque e Seicento, Verona, QuiEdit, 2007, pp. 15-18.