Girolamo Graziani
Nato a Pergola nel 1604 e trasferitosi con la famiglia a Modena, dove il padre ricopriva importanti cariche alla corte estense, ottenne le lauree in legge e lettere tra Parma e Bologna. Le sue vicende personali furono a dir poco rocambolesche: accusato di omicidio, fu allontanato da Modena nel 1624, e poté ritornarvi solo quattro anni dopo, quando divenne segretario dei figli di Alfonso III, ma nel 1639 dovette di nuovo abbandonare la corte in seguito a dei torbidi politici che culminarono in un tentato omicidio ai suoi danni, per fortuna andato a vuoto. Ritornò a Modena nel 1647 e ricoprì ruoli di grande prestigio (fu Segretario e poi Consigliere di Stato), per i quali fu insignito del feudo di Sarzano e del titolo di conte. Morì nel 1674, quando ormai si era ritirato a Pergola.
Precocissimo, esordì già a sedici anni con la sua prima opera a stampa, le Rime, 106 sonetti di argomento amoroso, e fu autore di vari panegirigi, tra cui vanno citati quelli per Cristina di Svezia e per il cardinale Mazzarino, e di un’importante opera teatrale, Il Cromuele (1673). La sua carriera epica è segnata da due importanti opere, ristampate più volte nel corso del secolo: La Cleopatra (1631 la princeps), in dodici canti, di taglio lirico-elegiaco, e soprattutto Il conquisto di Granata (1650), monumentale poema sulla presa dell’ultima roccaforte islamica sul continente che valse all’autore una lauta pensione annua e un posto di rilievo nella storia del genere narrativo.
Bibliografia
- F. Tarzia, Girolamo Graziani, in DBI, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. 58, 2002, pp. 816-819.