La Fiesole distrutta
di Giandomenico Peri
La Fiesole distrutta (Firenze, Pignoni, 1619) racconta in venti canti della distruzione della città toscana da parte di Cesare e della fondazione, sempre per mano del condottiero, di Firenze. L’argomento è d’invenzione dell’autore, inverosimile tanto quanto il modo in cui viene trattato: in maniera del tutto irrealistica vi si trova un Cesare impaludato in un assedio che, dopo la fuga di Catilina da Roma, dura da undici anni, alle prese con la resistenza feroce del re cittadino Ircano soccorso da contingenti scandinavi e danubiani e, soprattutto, con le arti occulte del mago nero Zambardo, che costituisce in pratica il solo motivo di resistenza della città.
Il poema è eroico a livello d’epidermide (vi si racconta una guerra d’assedio, disturbata dagli errori degli eroi, sul modello tassiano), ma il suo interno è costituito da una materia caotica che non si lascia facilmente comprendere in un modello epico. Non esiste un movimento preciso nella storia, che si riavvolge continuamente intorno ai disturbi di Zambardo: i «cavalieri» (così detti da Peri, con vistoso anacronismo: non l’unico del poema) tornano e ripartono continuamente dal campo senza che intervenga un principio ordinatore. Il disordine della fabula, che procede per espedienti minimi e sempre identici, si riflette sulla struttura del poema, che non si dà cura di duplicare, dove necessario, situazioni già messe a testo in precedenza (gli inganni amorosi subiti più volte da Rosmondo, solo per citare l’esempio più vistoso). Il testo che ne scaturisce è dunque privo di quella coerenza interna identificata da Tasso come fondamentale per l’eroico, pur presentandosi formalmente come tale, ma assolve il compito che, con tutta probabilità, si era prefisso: il matrimonio tra Rosmondo e Mirtilla da cui deve discendere, secondo il mito di fondazione, la dinastia medicea si compie, tra igli insistenti (se ne contano almeno tre, non proprio brevi) elogi della corte.
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- Canto I per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Proemio (1–4) Antefatto storico (5–8) Satana, venuto a conoscenza del destino del cristianesimo, cerca di ostacolare Cesare per mezzo dell’Invidia (9–15) Non trovandola agli inferi, manda un demone a cercarla: la trova nelle stanze dei re (16–24) L’Invidia si precipita al campo di Cesare, nottetempo infetta i campioni con il suo tosco (25–32) Il demone si reca dal mago Zambardo, lo sprona a mettersi all’opera (33–34,4) Raggiunge poi la guerriera Mirtilla e le si mostra in sogno con le fattezze dell’amato Rosmondo (34,5–47) Questo la sprona a combattere: si reca dal re Ircano e chiede di poter uscire dalle mura per affrontare i Romani: il re lo concede (48–62) Si manda un araldo, Cesare accetta la sfida (63–68) Mirtilla abbatte Orcano e Oridano, quindi Lamberto e Enrico (69–91) Viene estratto il nome di Rosmondo, che dichiara a Mirtilla il proprio amore (92–100) Sopraggiunge Armonte, figlio di Ircano, anch’egli innamorato di Mirtilla, insulta Rosmondo e ci viene a duello; Dragutte ferisce Mirtilla e poi scappa, la donzella lo insegue, così fanno anche gli altri due amanti (101–114).
- Canto II per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Cesare, preoccupato per l’andamento della guerra, raduna il consiglio (1–12) Guiscardo riflette sulla necessità del campo di trovare armonia per conquistare alla svelta la città, così da poterne fondare un’altra sulle sue ceneri (13–28,6) Cesare impone la rassegna (28,7–58) Cesare si duole dell’assenza di Rosmondo, manda Brimarte a cercarlo (59–61) Ircano è preoccupato dell’assenza di Mirtilla, fa coraggio ai suoi uomini (62–68) Cesare prepara le macchine per l’assalto al muro (69–75) Giunge un messaggero, dice che sono in arrivo i rinforzi di Ircano dal nord Europa: Cesare affretta le operazioni d’assalto (76–86).
- Canto III per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Mirtilla raggiunge e uccide Dragutte ma, calata la notte, si perde nel bosco (1–12) Incontra una donzella, Armilla, che piange e che le racconta la sua storia (13–61) Mirtilla le promette di aiutarla: si recano al castello del tiranno Albano e Mirtilla libera Clorindo (62–84) Fuggono e passano la notte in un tugurio (85–96) All’alba ripartono, vedono Rosmonte che si affronta con un gigante: Mirtilla cerca di liberarlo ma finisce prigione nel carcere d’Amore, poi beve dalla fontana dell’oblio e si dimentica di Rosmondo (97–116).
- Canto IV per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Rosmondo vaga in preda alla gelosia per tutta la notte, all’alba trova una ninfa in riva a un fiume (1–14,4) La segue nel suo palazzo, la dolcezza del luogo e gli incanti della maga Cefille gli fanno dimenticare la guerra (14,5–40) Brimarte in cerca di Rosmondo giunge all’antro della Sibilla, dove vede dipinta la storia di Roma e, quindi, quella di Firenze (41–91).
- Canto V per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Armonte vaga per la foresta, incontra Zambardo, il quale gli dà un cavallo infernale con cui raggiungere in breve il Danubio, dove si sta preparando un contingente in soccorso di Ircano (1–16) In un baleno giunge a Budapest, si aggrega all’esercito del fratello (17–27,6) Zambardo si reca da Ircano e lo sprona a resistere (27,7–33,4) Cesara dà l’assalto al muro con una imponente quantità di macchine, sfonda le difese (33,5–77) Zambardo vedendo la rovina dei suoi invoca una tempesta infernale che spazza il campo romano: Cesare ferma l’assalto e riporta l’oste all’accampamento (78–89).
- Canto VI per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Dopo aver perso di vista Mirtilla, Clorindo e Armilla hanno incontrato un giovane in lacrime: Clorindo per aiutarlo è rimasto intrappolato nel regno d’Amore (1–12) Uccide un demone, che finge le sembianze di Armilla; Zambardo lo incanta e gli fa perdere la memoria (13–27) Armilla si lamenta, quindi decide di darsi a vita pastorale (28–44) I Romani raccolgono i morti e rafforzano il vallo, Cesare fa loro animo (45–58) Il giorno dopo, all’alba, Cesare fa stringere il cerchio d’assedio intorno alle mura (59–67) Un messaggero nemico viene catturato, rivela l’imminente arrivo del potente esercito danubiano (68–78) Il campo è in subbuglio, Ruberto e Druarte chiedono di poter venire a duello: Cesare nega e loro due partono (79–86).
- Canto VII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- L’esercito danubiano giunge in vista di Fiesole, Armonte ne ordina la rassegna (1–33) Biarme nasconde la sua schiera sotto una nube e si spinge avanti per cominciare l’assalto al campo di Cesare (34–41) Druarte e Ruberto si inoltrano nel bosco e giungono a un castello, trovano una donzella che racconta loro la sua mesta storia: il suo amato Filiberto è stato fatto prigioniero dal castellano (42–59,6) Danno l’assalto al castello, Druarte insegue il castellano fuori dalle mura finché lo uccide (59,7–75) Giunge in un bosco e vede una donna che sta per essere violata da un satiro: per difenderla insegue il satiro ma si perde in un bosco incantato da Zambardo e infestato da terribili demoni (76–90).
- Canto VIII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- L’Invidia torna agli inferi e racconta delle proprie imprese, Plutone convoca il concilio infernale, sprona i suoi sudditi ad adoperarsi (1–25,4) I demoni infestano la terra (25,5–28,4) Biarme con la sua schiera penetra nel vallo, ingaggia battaglia: Cesare organizza i suoi (28,5–41) Armonte compie grandi imprese, i carri falcati dei Tartari portano strage (42–67) Ircano getta nella mischia le forze cittadine (68–69) Il demone Scaragatto convoglia il corso dei fiumi e crea un’inondazione che travolge il campo (70–81) L’aiuto delle truppe fiesolane porta ulteriore scempio (82–88) I capitani romani fanno grandi cose, ma solo il calare della notte ferma la battaglia (89–103).
- Canto IX per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Brimarte riceve dalla Sibilla degli occhiali magici con cui portare a termine l’impresa (1–3) Supera le insidie del giardino e un demone all’ingresso (4–27,6) Libera Rosmondo grazie all’occhiale (27,7–33) Insieme ripartono, incontrano la Sibilla che dona a Rosmondo l’armatura di Enea su cui ha istoriato le vicende passate e future della sua casata (34–97) La Sibilla invia Rosmondo, cui dona un’insegna fatata, a liberare Mirtilla, e Brimarte a fermare l’esondazione dei fiumi (98–107,4) Brimarte giunge dove i demoni mutano il corso delle acque, vede con gli occhiali che hanno creato una diga e la rompe con un crocefisso (107,5–114) Sul corso pacificato del fiume vede arrivare la flotta romana (115–120).
- Canto X per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Rosmondo giunge al bosco incantato di Zambardo, vince vari demoni e libera i cavalieri ivi prigioni (1–34) Mirtilla non c’è: Zambardo, sotto mentite spoglie, l’ha invogliata a tornare al campo di Ircano (35–42) Rosmondo riparte con i cavalieri liberati, a sera giunge al castello liberato da Ruberto: decidono di non perder tempo e di partire nottetempo (43–55,4) All’alba giungono in vista del campo e assaltano l’esercito danubiano (55,5–65) Cesare, intesa la notizia, muove l’esercito: la battaglia è feroce (66–79) Ircano porta in campo le sue forze, ma nulla può contro l’impeto dei romani: tutto l’esercito confederato si ritira precipitosamente verso le mura, incalzato dai Romani (80–98) Mirtilla giunge in questo momento in città, evita che Ircano sia ucciso nella calca (99–103).
- Canto XI per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Armilla trova che il giardino di Zambardo in cui era imprigionato il suo Clorindo è sparito, perlustra il bosco alla ricerca dell’amato (1–12,4) Si imbatte in Ginevra, si confidano e decidono di recarsi al campo travestite da guerrieri (12,5–23,4) Giungono al vallo, di guardia ci sono Filiberto e Clorindo che, credendole spie, le inseguono e le uccidono: si danno poi morte a vicenda (23,5–40) I Romani trovano i cadaveri, danno loro sepoltura, Cesare pronuncia l’orazione funebre (41–59,4) Cesare decide che è ora di dare l’assalto decisivo al muro: informa i capitani e prepara le macchine (59,5–73).
- Canto XII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Ircano sente le trombe romane, raduna i suoi capitani e li incoraggia (1–8,4) Zambardo preannuncia che giocherà un brutto tiro ai romani, Ircano dispone le difese (8,5–15,4) Comincia l’assalto, dal suo lato Rosmondo fa grandi imprese ma trova l’opposizione di Armonte e suo fratello Fiesolano (15,5–36) Brimarte mette in difficoltà Mirtilla, soccorsa da Armonte, che non riesce però a impedire che Brimarte apra una breccia nel muro (37–49) Cesare si oppone a Ircano, Zambardo con la magia nera prepara un baratro dietro il muro dove far cadere i Romani (50–56) Rosmondo uccide Fiesolano (57–66) I Romani sfondano le difese, ma cadono nel buco preparato da Zambardo: Cesare se ne avvede e suona la ritirata (67–81) Rosmondo si trova da soli nella città: uccide una quantità impressionante di difensori ma alla fine si ritira (82–104).
- Canto XIII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- All’alba Ircano convoca il consiglio di guerra, propone di uccidere Rosmondo con qualsiasi mezzo (1–12,4) Il vecchio Ismeno propende per una pace o, in alternativa, per un duello risolutore (12,5–21) Rosmondo si sdegna a sentir parlare di pace, accetta il duello, e così Mirtilla: Ircano decide che si tiri a sorte per eleggere il campione (22–27,4) Zambardo aizza l’inferno affinché scateni una tempesta di mare e affondi la flotta di Cesare, che al comando di Armeno è stata spedita a cercare vettovaglia (27,5–35) I demoni scatenano una tempesta che spinge la flotta oltre le colonne d’Ercole, Dio la salva facendola approdare in America, dove si stanziano (36–48) Cesare prega gli dei e offre sacrifici (49–58) Quindi chiama fabbri e artigiani per cominciare a edificare Firenze (59–69) Fa inoltre costruire un tunnel che giunge fin sotto la piazza di Fiesole (70–72) Anche gli assediati rinforzano le mura (73–76).
- Canto XIV per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Ismeno all’alba porta l’ambasciata di Ircano al campo romano: propone una pace equa, che lasci il regno a Ircano (1–18) Cesare rifiuta, accetta invece di decidere la guerra con un duello (19–25,4) Ismeno riporta la risposta di Cesare; si estrae il nome del campione e la sorte vuole che sia Mirtilla a dover combattere (25,5–33) Zambardo procura un’armatura infernale (34–39) Cesare elegge Rosmondo, la notizia viene a sapersi in Fiesole: Mirtilla lamenta la propria sfortuna, altrettanto fa Rosmondo (40–62) Cesare fa apprestare il campo per il duello (63–65).
- Canto XV per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- All’alba Mirtilla si presenta all’agone (1–14) Onore sprona i due amanti ad abbandonare ogni riguardo, ciononostante i due amanti cercano di non ferirsi (15–30) Armonte, spronato dagli inferi, si interpone al duello e colpisce Rosmondo (31–41) Provoca la reazione dei Romani, che attaccano zuffa: le truppe di Ircano sono ridotte a mal partito, solo le tenebre invocate da Zambardo salvano la situazione e consentono una ritirata (42–72).
- Canto XVI per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Rosmondo si perde nelle tenebre provocate da Zambardo, trova il fantasma di Mirtilla che lo ripudia e lo sprezza, si dispera (1–14,4) Incontra la maga Cefille che tenta di sedurlo, la ignora (14,5–22,4) Cefille per ripicca lo fa perdere in una caverna piena di anime in pena: è il regno d’Amore (22,5–39) Mirtilla incontra il fantasma di Rosmondo, che dice di odiarla: si dispera (40–53,4) Trova il fantasma di Armonte, rifiuta le sue offerte d’amore e ne viene assalita (53,4–69) Sopraggiunge il finto Rosmondo a salvarla, e si uccide reciprocamente con il finto Armonte (70–82) Mirtilla difende il cadavere del finto Rosmondo da alcune belve, non riesce però a impedire che lo strazino (83–92).
- Canto XVII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Nelle nebbie che avvolgono la città sono rimasti imprigionati molti guerrieri romani, invescati dai fantasmi di Zambardo (1–8,4) Brimarte, senza i suoi occhiali, si trova ad un palazzo e vi si ferma, dimentico dei suoi doveri (8,5–21,6) Zambardo si reca da Ircano e lo rassicura sulle sorti della guerra (21,7–29) Ircano fa entrare vettovaglia in città e rinforza le mura (30–32) Cesare manda delle squadre a cercare i guerrieri smarriti, ma i soccorritori si perdono nella foschia: tra gli altri Arbante resta imprigionato in un delizioso giardino (33–41,4) Cesare non sa che fare, rinuncia a tentare una sortita e convoca il consiglio: Ramusio propone di resistere, di trincerarsi nelle mura della nuova città e richiamare rinforzi; Cesare approva e mette in atto (41,5–61).
- Canto XVIII per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Si presenta la Sibilla al campo romano, assicura Cesare che fermerà Zambardo (1–7,4) La Sibilla con gli occhiali incantati penetra nel palazzo di Zambardo, e lo annienta; il mago tenta la fuga su un carro alato ma lei lo abbatte, il mago si schianta e muore (7,5–26) Riporta al campo i guerrieri imprigionati (27–29) Ircano manda Alarco a cercare Mirtilla: costui spia per più giorni il campo di Cesare e poi riporta ogni informazione al proprio re (30–50) Saputo dell’unione di Mirtilla e Rosmondo, Armonte si sdegna, punto dalla gelosia, e decide di andare il giorno dopo a sfidare Rosmondo (51–54) Mirtilla e Rosmondo si sposano, prendono alloggio in un palazzo istoriato dalla Sibilla con storie future della loro casata (55–74).
- Canto XIX per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- Armonte, irrefrenabile, manda a sfidare Rosmondo: Mirtilla si dispera (1–6) I due guerrieri giungono al luogo prefisso (7–10) Il duello è feroce, Rosmondo finisce Armondo di pugnale (11–35) Tutti festeggiano Rosmondo, in città invece si dà sepoltura al corpo di Armonte e Ircano, infestato dall’Ira, giura vendetta anche a costo della vita (36–51) Cesare non si cura degli insulti degli assediati (52–53) Prepara uomini e macchine per espugnare la città (54–70).
- Canto XX per vedere le sinossi clicca su Sinossi opera non trascritta
- All’alba Cesare dà il via all’assalto (1–11) Cesare si affronta con Ircano (12–19,4) Dall’altra parte Rosmonte vince le resistenze di Arbante e assalta le porte (19,5–57) Cesare, a presso di molti uomini, riesce ad aprire una breccia nel muro (58–67) Durippe e Druarte si innamorano mentre duellano (68–84) Brimarte sbuca in città dal cunicolo sotterraneo, arde la reggia (85–89) Ircano si scaglia su Cesare ma viene ucciso dal condottiero romano (90–99) Ormai ogni difesa è abbandonata, i Romani imperversano sulla città portando morte, sacco e fuoco ovunque (100–108).