La Caterina martire
di Fortuniano Sanvitali
Tipico esemplare del filone religioso della narrativa in versi del Seicento, la Caterina martire di Fortuniano Sanvitali è una sorta di agiografia in ottave sul martirio della santa egiziana. Il poemetto consta di 140 ottave indivise, e fu stampato nel 1601 a Padova – dove l’autore si trovava in esilio dalla natia Parma – per i tipi di Lorenzo Pasquati, che l’anno prima mandò in luce anche Gli avvenimenti amorosi di Arianna, a testimonianza di una intensa attività dell’autore nella città patavina, centro di un rilancio socio-culturale volto a permettergli di rientrare in patria.
Con questo testo Sanvitali dà la prova più concreta della propria produzione in ottave, a cui accennerà, con tono apologetico, nella prefazione dell’Anversa conquistata, come anche di una propensione per le forme narrative brevi. La brevitas non è caratteristica soltanto della fabbrica del poema, di un solo canto, ma anche dello stile, che senza indugiare sulla diegesi né sull’ornato racconta in maniera secca il martirio di Santa Caterina. Pur se in maniera difforme da quelle che saranno le forme più evolute del genere (basti pensare alla Strage di Marino e al San Francesco di Gallucci), il poemetto di Sanvitali attesta la grande vitalità primo seicentesca del motivo religioso nella narrativa in versi.
Bibliografia
- P. Bonardi, Vita e opere di Fortuniano Sanvitale, in «Archivio storico per le Province parmensi», 27 (1975), pp. 261-318 :
Opera e sinossi
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- Proemio (1–2). Massenzio fa vela verso l'Oriente per affrontarsi con Costantino, giunge ad Alessandria d'Egitto (3–8). Vuole celebrare dei sacrifici animali per ingraziarsi gli dei: Caterina, saputolo, decide di fermarlo (9–17). Si reca al tempio e chiede di interrompere il sacrificio(18–22). Massenzio la fa trattenere (23–28). Il giorno seguente la convoca per chiederla in moglie: lei rispondere di essere già sposa di Cristo (29–39). Massenzion convoca dei filosofi per cercare di convincerla ad abbandonare la fede. Caterina converte i filosofi. I filosofi sono messi a morte, Caterina è picchiata e imprigionata. Dio le invia un angelo in soccorso (73–78). Satana tenta invano di farla desistere dai suoi propositi (79–86). Fausta, moglie di Massenzio, e Porfirio, un suo capitano, le fanno visita: Caterina li induce a convertirsi e indica loro dove poter ricevere il battesismo (87–101,6). Fausta e Porfirio si recano da un eremita e ricevono il battesimo(101,7–109). Massenzio fa costruire una macchina per torturare Caterina ma l'angelo la distrugge(110–124). Fausta rimprovera Massenzio, che la fa decapitare, e con lei Porfirio (124–132). Martirio di Caterina (133–140).
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