Giovan Mario Verdizzotti

date di nascita e morte
1537–1540 † 1604–1607
pagina a cura di T. Artico

Nato a Venezia (1537/1540) da famiglia illustre, compì studi letterari e giuridici, partecipando del clima di fervore culturale che si respirava in laguna: conobbe e frequentò Cataneo, Dolce, Sperone Speroni e i due Tasso. Di Torquato fu sicuramente copista (del Gierusalemme, come oggi accertato dall’analisi sul ms. Urbinate-Latino 413), meno probabilmente suggeritore del Rinaldo, un ruolo che Verdizzotti stesso si attribuì in maniera poco attendibile. L’inclinazione verso la pittura lo portò in contatto con Tiziano, una passione che dovette interrompere nel 1570, quando assunse i voti e divenne sacerdote: abbandonerà infine il ministero sacerdotale per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, occupazione che lo impegnò fino al sopraggiungere della morte (1604/1607).
Sono molte le sue opere mandate a stampa e oggi conservate: a fianco di una copiosa produzione latina in esametri (da annotare una Venetiadis, di cui restano poco più di tre carte), si cimentò anche nella scrittura epica, lasciando sicuramente molto meno di quanto all’epoca andava dichiarando (è celebre una lettera in cui afferma di aver composto dodici canti in età puerile, a nove anni, e di averli dati alle fiamme per un debito d’onore). Restano, infatti, solamente un canto dall’Aspromonte e uno dal Boemondo, pubblicati in epoca tarda, rispettivamente nel 1591 e 1607.

Bibliografia

  • G. Venturini, Ragguaglio critico sulla vita e sulle opere di Giovan Mario Verdizzotti, in Id., Saggi critici. Cinquecento minore: O. Ariosti, G. M. Verdizzotti e il loro influsso nella vita e nell’opera di Tasso, Ravenna, Longo, 1970, pp. 159-272.
  • D. Foltran, Per un ciclo tassiano. Imitazione, invenzione e ‘correzione’ in quattro proposte epiche fra Cinque e Seicento, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2005, pp. 93-128.

Elenco delle opere